Il 10 ottobre riprende a Gaza il processo sulla morte di Vittorio Arrigoni

Gaza – Ma’an. Lunedì 10 ottobre riprenderà il processo militare sul caso dei quattro individui sospettati di aver assassinato l’attivista italiano Vittorio Arrigoni.

La V sessione si era svolta lunedì scorso quando sono state ascoltate le testimonianze fornite dal pubblico ministero e quelle degli esperti di medicina forense della polizia di Gaza insieme ai medici legali.

Due sono accusati di aver eseguito materialmente l’omicidio, un terzo di concorso in omicidio per aver aiutato nelle fasi del rapimento e dell’uccisione e un quarto di aver messo a disposizione l’abitazione dove fu rinvenuto il corpo senza vita di Arrigoni, a poche ore dal rapimento.

Arrigoni, da lungo tempo membro dell’International Solidarity Movement, fu rapito il 14 aprile.

Poco dopo la sua scomparsa, un gruppo salafita fino ad allora sconosciuto, fece circolare un video su YouTube nel quale Vittorio compariva ferito e dove si minacciava la sua uccisione entro 30 ore se Hamas non avesse liberato prigionieri del gruppo jihadista.

Da lì a poco tempo, in una casa abbandonata a nord di Gaza, le forze di sicurezza trovarono il corpo di Vittorio, ancora prima della scadenza alla quale si faceva riferimento nel video.

Tra coloro dei quali il gruppo chiedeva la liberazione, vi era anche il leader del gruppo salafita “Tawhid wal Jihad” (Unità e guerra Santa), dal quale tuttavia era seguita la smentita del proprio coinvolgimento.

Rapidamente, Hamas arrestò alcuni sospettati connessi al caso, e una settimana dopo condusse un raid nella casa dove si erano asserragliati altri tre sospettati.

Nel corso di quell’operazione, due furono uccisi e un terzo fu arrestato.

La morte di Vittorio Arrigoni ha provocato lo shock tra la comunità locale come tra operatori e attivisti internazionali presenti a Gaza, dove Vittorio aveva vissuto e lavorato per oltre tre anni fino alla sua morte.

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