Il Canada acquista droni “testati” sui palestinesi

E.I. Di Ali Abunimah. Il Canada detiene un record anti-palestinese difficile da eguagliare. E, a giudicare dalle recenti mosse, sembra che il Governo del primo ministro liberale Justin Trudeau stia intensificando la sua inimicizia verso il popolo palestinese.

A novembre Trudeau ha infatti deciso di nominare Irwin Cotler, un importante lobbista israeliano, inviato speciale per l’antisemitismo.

Cotler ha il compito di attuare la cosiddetta definizione IHRA di antisemitismo – un documento promosso da Israele e dalla sua lobby come strumento per censurare e diffamare i sostenitori dei diritti dei palestinesi denigrandoli falsamente come bigotti antiebraici.

Il mese successivo, il governo di Trudeau si è riunito in una piccola minoranza, insieme a Israele, Stati Uniti e Australia, per votare contro le risoluzioni delle Nazioni Unite che riaffermano i diritti fondamentali dei palestinesi.

E nei giorni scorsi, il Canada si è nuovamente schierato con Stati Uniti e Australia per condannare la sentenza della Corte penale internazionale che spiana la strada alle indagini sui crimini di guerra dei leader israeliani.

Questo estremismo anti-palestinese smentisce l’immagine soft di Trudeau come sostenitore dei diritti LGBT e del multiculturalismo. Ma è del tutto in linea con i continui maltrattamenti del Canada nei confronti dei popoli indigeni – nonostante l’impegno retorico di Trudeau per la “riconciliazione” con le Prime Nazioni.

Greenwashing: un ecologismo di facciata.

Ora il governo Trudeau sta acquistando una versione “civile” del drone Hermes 900, fabbricato dal produttore di armi israeliano Elbit Systems.

L’accordo annunciato a dicembre dal ministero dei Trasporti canadese vale 28 milioni di dollari.

Come riportato dai media israeliani, l’Hermes 900 è stato ” testato” per la prima volta da Israele durante l’assalto a Gaza del 2014.

Israele ha ucciso più di 2.200 palestinesi, inclusi 550 bambini durante quell’assalto, arrivando a cancellare intere famiglie con i suoi attacchi.

Importante fornitore di armi all’esercito israeliano, Elbit è stata profondamente coinvolta e ha raccolto enormi profitti da quell’attacco a Gaza.

Il Canada sta provando a rendere “verde” l’acquisto da Elbit affermando che i droni saranno utilizzati per la sorveglianza della regione artica, e “per rilevare fuoriuscite di petrolio, sondare il ghiaccio e gli habitat marini”.

Questo acquisto, afferma il governo Trudeau, aiuterà “a mantenere le nostre acque pulite e sicure”.

In realtà, ciò che farà è mettere i soldi nelle mani dell’industria delle armi israeliana intrisa di sangue, ricompensandola per aver perpetrato crimini di guerra che lo stesso Trudeau sta cercando di cancellare, ostacolando le indagini e il processo.

Un commercio letale.

Difatti, mentre afferma di essere in prima linea per la difesa globale dei diritti umani, il governo Trudeau ha ampliato massicciamente il suo commercio di armi con l’Arabia Saudita, nonostante la brutale guerra che la vede coinvolta in Yemen.

Il mese scorso, gli attivisti hanno protestato contro la politica di Trudeau bloccando l’ingresso di una fabbrica di Hamilton, Ontario, che spedisce armi ai sauditi.

E ora Canadians for Justice and Peace in the Middle East (CJPME), un’organizzazione di difesa, sta esortando i canadesi a mostrare al governo Trudeau la loro opposizione all’accordo Elbit.

“Attraverso questo acquisto, il Canada sostiene direttamente i profitti di una compagnia di armi responsabile delle continue violazioni dei diritti umani contro i palestinesi”, afferma CJPME in un avviso di azione.

Come sottolineato dalla CJPME, Elbit vanta una comune origine tra i droni “civili” che il governo di Trudeau sta acquistando e i suoi droni assassini usati contro i palestinesi. 

Falsi amici.

Forse consapevole di quanto siano impopolari tra i canadesi le sue politiche anti-palestinesi, il governo Trudeau si dipinge falsamente come un amico dei palestinesi.

Attraverso il suo ufficio diplomatico a Ramallah, il Canada pretende di sostenere l'”emancipazione” delle donne palestinesi. E un generale canadese ha fatto il giro tra i funzionari palestinesi, offrendo “cooperazione”: non lasciamoci ingannare.

Se il Canada cerca di ostacolare la giustizia presso la Corte penale internazionale, vota contro i diritti dei palestinesi alle Nazioni Unite, denigra i difensori dei diritti umani come antisemiti e stringe accordi con le compagnie di armi israeliane che traggono profitto dall’uccisione di palestinesi, come può essere ritenuto un Paese amico?

(Foto: un bambino palestinese tiene in mano parte di un missile lanciato da un drone che ha distrutto la casa della famiglia Eshtawi, nel quartiere al-Zaytoun di Gaza City, il 14 luglio 2014. La demolizione ha lasciato 27 persone senza casa. Basel YazouriActiveStills)

Traduzione per InfoPal di Sara Zuccante