Il Club dei Prigionieri: l’occupazione trattiene 189 Palestinesi in regime di “detenzione amministrativa”

imagesRamallah-Quds Press. Le statistiche pubblicate dal “Club dei Prigionieri Palestinesi” hanno dimostrato che il numero dei prigionieri amministrativi rinchiusi nelle carceri dell’occupazione e provenienti dalle diverse aree della Cisgiordania ammonta a 189.

In una dichiarazione, il club ha rivelato che i detenuti di questa categoria provengono per la maggior parte dal governatorato di Hebron (120 prigionieri). La graduatoria prosegue poi indicando 15 detenuti provenienti dalla provincia di Ramallah (Cisgiordania centrale), 24 da Nablus (Cisgiordania settentrionale), 12 da Jenin e 24 da Betlemme (site entrambe nella Cisgiordania meridionale), 3 da Tulkarem e 2 dall’area occupata di Gerusalemme. Non sono stati riscontrati casi di arresto amministrativo nelle provincie di Tubas e Salfit (Cisgiordania settentrionale) e Gerico (Cisgiordania orientale).

I detenuti amministrativi hanno iniziato lo sciopero della fame come forma di protesta contro la prosecuzione della politica d’arresto amministrativo, la quale non prevede né lo svolgimento di un processo, né la presentazione di prove a carico dei prigionieri, se si esclude ciò che viene definito il “faldone segreto”.

Il comunicato sottolinea come l’arresto amministrativo rappresenti un puro atto burocratico nell’ambito del quale non esistono né processi né capi d’imputazione. Le accuse, qualora vengano formulate, sono elaborate in faldoni istruttori strettamente riservati: tale pratica è finalizzata all’estorsione ai danni dei detenuti, i quali non hanno idea di quando verranno rilasciati.

Il fenomeno della detenzione amministrativa è emerso in modo particolare nei territori palestinesi occupati, dove ai prigionieri viene negata la possibilità di organizzare una difesa adeguata di se stessi, arrivando anche ad impedire loro o ai loro avvocati l’accesso al materiale riservato che riguarda l’impianto accusatorio.

Nel tempo, l’occupazione israeliana ha trattenuto nelle proprie strutture detentive migliaia di prigionieri amministrativi palestinesi negando loro sempre la possibilità di avere un processo.

Traduzione di Giuliano Stefanoni