Il comitato ONU condanna la “legislazione discriminatoria e la segregazione” di Israele

Palestinechronicle.com. Il comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, un organo indipendente con sede a Ginevra, ha pubblicato osservazioni conclusive incriminanti sulle revisioni periodiche di Israele, sottolineando la “legislazione discriminatoria” e “segregazione” in entrambi i lati della Linea Verde.

Il Comitato monitora l’osservanza degli stati firmatari alla Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale ed è formata da 18 esperti indipendenti di diritti umani. Le osservazioni conclusive costituiscono una valutazione dell’ottemperanza degli stati con i propri obblighi in materia di diritti umani.

Sintetizzando la revisione di Israele, il Comitato ha espresso preoccupazione “circa l’attuale discriminazione legislativa, la segregazione della società di Israele fra settori di ebrei e non ebrei e la marea di discorsi pubblici di odio razzista rivolti ai cittadini palestinesi di Israele, palestinesi che risiedono nel territorio occupato di Palestina e migranti e richiedenti asilo provenienti dall’Africa”.

Tutte le osservazioni conclusive costituiscono una visione preoccupante sui livelli di discriminazione istituzionale e delle violazioni dei diritti umani in Israele e nel territorio occupato di Palestina, con particolare preoccupazione da parte del Comitato circa le politiche e la legislazione su un ampio raggio di questioni.

Il Comitato ha evidenziato “numerose leggi che discriminano i cittadini arabi di Israele e Palestina nel territorio occupato di Palestina, trattando in maniera diversa su stato civile, protezione legale, accesso a benefici sociali ed economici o sul diritto ad acquisire terra o proprietà”, e ha anche individuato “l’effetto discriminatorio” della legge stato-nazione degli ebrei.

Il Comitato ha anche reiterato la preoccupazione espressa nelle revisioni precedenti che la società israeliana continua ad essere segregata dal momento che ha ancora settori per ebrei e settori per non ebrei, inclusi due sistemi di istruzione con condizioni inique, così come municipalità separate, ovvero municipalità ebree e le così chiamate “municipalità delle minoranze”.

Nello specifico, nel territorio occupato di Palestina, il Comitato ha sottolineato la continuazione di “politiche e pratiche che equivalgono alla segregazione, come l’esistenza di due sistemi legali completamente separati e una serie di istituzioni per le comunità ebraiche in insediamenti illegali da un lato e popolazioni palestinesi che vivono in paesi e città palestinesi dall’altro”.

Gli esperti hanno aggiunto di aver provato “indignazione per il carattere ermetico di separazione dei due gruppi, i quali vivono nello stesso territorio ma che non godono in maniera equa dell’utilizzo di strade e infrastrutture o di un servizio equo di accesso a servizi fondamentali, terre e risorse d’acqua”.

Come parte delle osservazioni conclusive, il Comitato ha portato l’attenzione di Israele alla “prevenzione, proibizione e sradicamento delle politiche e delle pratiche di segregazione razziale e apartheid”, e ha sollecitato Israele a “sradicare ogni forma di segregazione fra comunità di ebrei e non ebrei e qualsiasi politica o pratica che colpisce in maniera grave e sproporzionata la popolazione palestinese in Israele e nel territorio occupato di Palestina”.

Traduzione per InfoPal di Laura Della Ciana