Il governo di Israele riconosce lo status di ‘legalità’ a un avamposto illegale

Imemc. Un avamposto coloniale illegale posizionato su terra palestinese derubata nel 2001 da israeliani senza mai essere sanzionato dal govenro di Israele, riceve oggi il riconoscimento dello status di legalità dalle autorità israeliane. Il riconoscimento avviene su esplicita richiesta, e dopo una petizione presentata da coloni israeliani all'Alta Corte.

Secondo fonti israeliane, è il primo caso in cui un avamposto illegale viene eretto senza il sostegno del governo israeliano e che tuttavia riceve riconoscimento.

Sebbene tutti gli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est siano illegali in base alla legge internazionale, il governo di Israele ricorre unicamente alla propria legge e definisce “legali” oltre 300 colonie.
Questi insediamenti ricevono acqua, elettricità, strade e altre infrastrutture.

Sabato scorso, il governo israeliano aveva fatto sapere di voler riconoscere la colonia di Ramat Gilad, sulla terra del villaggio palestinese di Kafr Laqif, inizialmente pensata come espansione dell'insediamento di Karnei Shomron.

L'insediamento fu costruito nel 2001 dal padre di Gilad Zar, ufficiale di sicurezza israeliano ucciso da un combattente palestinese nello stesso anno.
Zar ha sempre sostenuto di aver acquistato quella terra dai proprietari palestinesi, i quali però respingono questa tesi.

Peace Now, Movimento pacifista israeliano, informa che l'avamposto di Ramat Gilad è composto da circa 5 nuclei familairi, con 15 persone, 9 caravan, un caravan con muro e tenda annessi, 4 basi per altri caravan, 2 container, un capanno di zinco, due generatori, due serbatoi per il carburante, torrette di guardia, illuminazione lungo perimetro, una cisterna per l'acqua, e una strada ricavata da quella di Neve Menachem. Almeno una parte della strada attraversa in pieno terra privata palestinese.

Dopo aver condotto negoziati con un ministro israeliano, i coloni hanno dato vita a un nuovo precedente nella politica di Israele, in quanto il governo accoglie oggi la loro istanza di riconoscimento dell'avamposto coloniale.
La sola condizione posta dal governo israeliano è che i coloni spostino i nove container di poche decine di metri dall'attuale postazione.

Il gabinetto israeliano aveva chiesto all'Alta Corte di ritardare l'azione legale per la demolizione di queste strutture, se giudicate illegali.

I negoziati tra un ministro e i coloni avrebbero dovuto avere la precedenza sulla decisione della Corte su questo caso, così era stato riferito dal gabinetto all'organo giudiziario.

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(Foto: Imemc).

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