Il ministro della Giustizia israeliano cambia le leggi per favorire gli insediamenti

MEMO. Il ministro della Giustizia, Ayelet Shaked, ha nominato un consulente esterno per i casi di insediamento presentati alla Corte Suprema con il fine di determinare le posizioni del procuratore dello stato e decidere cosa dovrebbe dichiarare in tribunale, in modo che, rispetto agli insediamenti, siano “diverse rispetto a quelle del passato”.

Secondo un articolo pubblicato venerdì 20 ottobre da Haaretz, il parlamentare della “Jewish Home” al Knesset ritiene che le sue due maggiori conquiste in qualità di ministro della Giustizia siano state la nomina di parecchi giudici conservatori, religiosi e coloni e il cambiamento della posizione dello stato e del procuratore dello stato riguardo i casi di insediamento presentati alla Corte Suprema.

Il giornale ha evidenziato che il Ministro e i membri più stretti svolgono “riunioni riguardanti i casi di insediamento e riscrivono i documenti in maniera tale che siano conformi ai loro obiettivi, sottolineando anche le loro posizioni davanti ai giudici della Corte Suprema. Shaked non prova neppure a nascondere la sua influenza, ma, al contrario, è orgogliosa di quello che sta facendo e crede che non sia un problema cambiare le regole in vigore al ministero della Giustizia”.

Il giornale ha citato fonti del ministero della Giustizia secondo le quali Shaked non ha voluto aspettare molto: qualche mese dopo aver assunto la carica, aveva già emesso un’ordinanza con la quale stabiliva che qualsiasi posizione o risposta della corte sugli insediamenti o i blocchi di insediamenti sarebbe dovuta passare attraverso l’avvocato Amir Fisher, il quale non è membro della procura dello Stato, ma del Movimento di estrema destra Regavim.

Le fonti hanno aggiunto che Shaked ha creato una nuova posizione per lui con la qualifica di consulente esterno presso il ministero della Giustizia per le questioni relative agli insediamenti, con uno stipendio annuale di circa $100.000. Le fonti hanno dichiarato che qualsiasi dossier o documento riguardante gli insediamenti passa prima dalla sua scrivania, da cui formula le proprie osservazioni e detta linee alla procura.

“È qualcosa che viola alla base la nostra integrità professionale”, ha affermato un avvocato che lavora nel dipartimento per i ricorsi della Corte Suprema. “Forse stiamo diventando il dipartimento dei ricorsi della Casa Ebraica piuttosto che il dipartimento dei ricorsi dello stato d’Israele”, ha aggiunto.

Il giornale ha riportato la dichiarazione di un ex funzionario senior del ministero della Giustizia che afferma: “Nel caso di Shaked, si teme che la sua interferenza derivi dal fatto che i soggetti coinvolti siano i suoi sostenitori politici. Bisogna chiedersi: perché il ministro della Giustizia ha impiegato un consulente esterno, una figura del mondo politico che non è vincolato dalle leggi della pubblica amministrazione né dalle restrizioni politiche imposte su questo tipo di servizio? Questo rivela una forma di diffidenza nell’attuale sistema. È come se Shaked stesse dicendo “non mi fido dei vostri consigli”.

Secondo Hareetz, non ci sono state critiche pubbliche all’interno del ministero della Giustizia perché gli avvocati che lavorano alla Procura di Stato sono ben consapevoli che Shaked è responsabile della loro promozione a giudici nel prossimo o lontano futuro. Uno degli avvocati ha affermato: “Tutti sono cauti quando scrivono richieste o le loro posizioni legali perché sanno che il ministro le rileggerà”.

Traduzione di Antonina Borrello