Il ministro della Salute: durante l’aggressione, l’occupazione ha distrutto 25 istituti di cura a Gaza

281863_10203657642935199_7508144486903943610_nGaza-Quds Press. Il ministro della Salute palestinese ha dichiarato che le forze d’occupazione hanno distrutto, parzialmente o completamente, 25 istituti di cura. Uno degli ultimi ad essere bersagliato è stato l’ospedale di Bayt Hanoun, cittadina sita nel nord della Striscia di Gaza.

Lunedì è stato colpiti l’ospedale al-Aqsa.

In un comunicato ricevuto in copia da Quds Press domenica 20 luglio, il sottosegretario del ministero Yusuf Abou al-Rish ha confermato che “il settore sanitario necessita di 5,6 milioni di dollari al mese per potersi sostentare. Fino ad ora, però, non è stato possibile reperire tali fondi, il che rende la situazione estremamente difficile”.

Al-Rish ha affermato che “la maggior parte dei farmaci fondamentali e di altre forniture mediche di consumo sono ormai a ridosso della data di scadenza, mentre la carenza di carburante grava pesantemente sulla capacità dei generatori di fornire corrente elettrica, il cui flusso è soggetto a continue interruzioni che si protraggono per diverso tempo. Tutto ciò costituisce una gravissima minaccia per i pazienti”.

Nel comunicato, viene inoltre reso noto che è stato disposto l’annullamento delle circa 7000 operazioni chirurgiche non strettamente prioritarie. Per tutte le persone interessate, però, tale misura comporta chiaramente il prolungamento delle proprie sofferenze.

Al-Rish ha spiegato poi che circa 30 mila cittadini, durante il periodo dell’aggressione israeliana, non hanno potuto accedere ai servizi ambulatoriali forniti al di là del confine. E’ in quest’ottica che al-Rish rivolge un appello affinché i valichi vengano aperti ai malati ed il sistema sanitario palestinese venga supportato nelle sue necessità, prima fra tutte il consolidamento di un’efficace rete di ambulanze che garantisca l’evacuazione dei feriti. A tal proposito viene fatto notare che, nella giornata di sabato, 9 feriti sono stati trasportati in Egitto per ricevere le cure necessarie. Il numero totale di persone trasferite si attesta ora a 45.

Il sottosegretario si augura che possano essere istituiti percorsi sicuri verso i centri ospedalieri, in grado di garantire l’incolumità delle strutture sanitarie e del personale medico operante presso di esse. E’ altrettanto fondamentale che venga aperta un inchiesta sui crimini di guerra, affinché possano essere individuate le responsabilità circa l’uccisione di numerosi civili.

Traduzione di Giuliano Stefanoni