Il Sindacato insegnanti inglese approva il boicottaggio dei prodotti delle colonie israeliane

Memo. Il più grande sindacato degli insegnanti in Europa ha approvato una risoluzione di appoggio al boicottaggio delle compagnie che usano i prodotti degli insediamenti israeliani illegali della Cisgiordania e dell’occupazione della Striscia di Gaza.

La National Union of Teachers (NUT), che conta oltre 300 mila membri in Inghilterra e nel Galles, ha adottato la mozione sulla Palestina durante la sua recente conferenza annuale. Il voto è passato con una chiara maggioranza.

Christine Blower, Segretario generale della NUT, commentando la mozione, ha detto che il sindacato “fa appello al governo britannico per perseguire lo smantellamento dei 700 km di muro che separa molti palestinesi dalle loro scuole e la loro terra e lo invita ad appoggiare la richiesta delle Nazioni Unite per togliere il blocco su Gaza”.

Inoltre, Blower aggiunge che il sindacato “invita il governo della Gran Bretagna ad ottemperare agli obblighi internazionali relativi al trattamento dei bambini palestinesi prigionieri”.
I delegati della NUT presentano un rapporto della delegazione di membri esecutivi e non-esecutivi che hanno visitato la Palestina, lo scorso ottobre, e “il rinforzo delle relazioni tra il sindacato britannico degli insegnanti e il sindacato generale degli insegnanti palestinesi”. Tutti i delegati hanno ricevuto un rapporto alla conclusione del viaggio.
Oltre a supportare il boicottaggio, la mozione evidenzia in modo critico il piano del governo israeliano di distruzione dei villaggi dei Beduini nel Negev e invita a porre fine alla “discriminazione nell’educazione” subita dai cittadini palestinesi.
La mozione sollecita anche la NUT a pubblicizzare il rapporto della delegazione, invitare i portavoce agli incontri, e, inoltre, come emendamento adottato, “informare i membri attraverso pubblicazioni, reparti reparti e funzionari internazionali di solidarietà, sulla propaganda del “Pinkwashing” utilizzata da Israele per far credere ai propri cittadini e a tutto il mondo di essere progressisti in merito ai diritti degli LGBT (lesbian, gay, bisexual, and transgender people). Tutto ciò per distrarre l’attenzione pubblica dagli abusi sui diritti umani perpetrati dalla occupazione nei territori occupati della Cisgiordania e della Striscia di Gaza”.
Traduzione di Federico Seibusi