Il tasso di disoccupazione a Gaza rischia di essere una “bomba ad orologeria”

palestinian-workmen-contruction-cement-labourerMemo. Secondo quanto riportato oggi da un membro del Knesset, l’aumento della disoccupazione nella Striscia di Gaza è “una bomba ad orologeria”, avendo raggiunto il  43% in base alle stime della Banca Mondiale.

Il deputato Haim Yellin, appartenente al partito centrista Yesh Atid, ha sottolineato che gli abitanti di Gaza non appartenenti ad Hamas non sono da considerarsi nemici di Israele ed è per questo che il processo di ricostruzione della Striscia da parte del governo israeliano è vincolato al disarmo dell’enclave.

Venerdì scorso la Banca Mondiale ha pubblicato un allarmante rapporto riguardo la situazione economica nella regione.

Steen Lau Jorgensen, direttore della Banca Mondiale per Gaza e la Cisgiordania, ha affermato che il tasso di disoccupazione, la povertà e le prospettive economiche del territorio versano in una situazione molto preoccupante, a causa dei blocchi, della guerra e del malgoverno che hanno distrutto l’economia di Gaza portandone la disoccupazione ai primi posti al mondo.

Il dato ancora più allarmante è rappresentato dalla disoccupazione giovanile, cresciuta fino al 60% dalla fine del 2014.

Quasi l’80% della popolazione di Gaza riceve assistenza sociale e quasi il 40% di loro versa sotto la soglia della povertà.

Essendo la Striscia di Gaza sottoposta al blocco israeliano dal 2007, secondo la Banca Mondiale la ripresa è strettamente subordinata all’allentamento di tale blocco in modo da permettere l’entrata del materiale per la ricostruzione nella regione in quantità sufficienti ad incrementare le esportazioni, oltre che al finanziamento dei donatori per la ricostruzione.

L’assedio ha privato quasi 1,9 milioni di abitanti dell’enclave della maggior parte delle loro necessità basilari.

Traduzione di Lorenzo D’Orazio