In Europa, aeroporti nel caos per nube vulcanica. A Gaza, aeroporto chiuso da Israele…

Gaza – Ma'an. Mentre l'Europa rimane paralizzata, attendendo che la nube di ceneri vulcaniche proveniente dall'Islanda si dissolva dai suoi cieli, l'aeroporto internazionale di Gaza resta escluso da questo caos. 

Lo Yasser Arafat International Airport non ha mostrato immagini di viaggiatori appiedati che dormivano nelle sale d'aspetto, o che correvano avanti e indietro nella speranza di trovare un volo che li riportasse a casa intanto che le emissioni vulcaniche continuano a chiudere lo spazio aereo europeo.

Una nube molto più scura incombe sui terminal di Gaza, i quali, costretti a chiudere quasi dieci anni fa, continuano a soffrire di perdite quotidiane, mentre i loro ex impiegati rimangono senza lavoro.

Le piste distrutte, i radar inutilizzati, la torre di controllo in rovina, gli operatori colti dalla sensazione di essere stati “lasciati nel cassetto”, senza poter trovare lavoro. Dalla sua chiusura, avvenuta all'inizio del 2001 in seguito a un bombardamento israeliano, l'unico aeroporto palestinese non offre più alcun servizio ai viaggiatori.

“La pista dell'aeroporto perde ogni giorno qualche pietra, che gli abitanti utilizzano per le costruzioni da quando sono convinti che la struttura non rientrerà più in funzione. Anche se fosse, occorrerebbero anni di contrattazioni per ripararla” sono le parole sconsolate di un operatore.

Situato a sud-est di Rafah, l'ex aeroporto giace su 3.750m² di terra. Iniziò la sua attività nel 1998, servendo i tre aerei della Palestinian Airlines: un Boeing 727, con 12 posti in prima classe e 146 in classe economica, e due Fokker 50, dalla capacità di 48 passeggeri ciascuno. Dopo la chiusura, tutti e tre sono stati inviati a Amman, in Giordania.

L'aeroporto offriva lavoro a quindici piloti e 450 membri dello staff, che lavoravano su tre turni. Quando il divieto israeliano imposto ai voli commerciali da e per la Palestina venne rinforzato, i tre aerei, per un breve periodo, presero a decollare da Port Said, in Egitto.

Da Gaza, i passeggeri potevano volare in Giordania, negli Emirati Arabi, in Egitto, in Arabia Saudita, in Qatar, in Turchia e a Cipro. Il volume di transiti era alto, dal momento che i palestinesi preferivano utilizzare il loro primo aeroporto nazionale. In funzione 24 ore al giorno, la struttura poteva ospitare fino a 700.000 viaggiatori.

L'aeroporto rimase attivo per due anni, prima di essere severamente danneggiato dagli attacchi delle forze israeliane nel 2001.

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