Incremento della detenzione amministrativa ad agosto

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Ramallah Quds Press. Un’organizzazione palestinese per i diritti umani che si occupa di questioni legate ai prigionieri ha reso noto che, rispetto al luglio scorso, il mese di agosto è stato testimone di un notevole incremento dei provvedimenti di detenzione amministrativa emanati dalle autorità d’occupazione contro i palestinesi.

Il Centro Studi per i prigionieri palestinesi ha reso noto in un comunicato stampa riportato il 30 agosto da Quds Press, che le autorità d’occupazione hanno emesso dall’inizio del mese 94 ordinanze di detenzione amministrativa, facendo così registrare un aumento del 50% rispetto al mese scorso, nel quale erano state soltanto 63.

Il centro ha affermato che con tali ordinanze le autorità d’occupazione mirano a colpire attivisti, capi di organizzazioni palestinesi, deputati parlamentari ed autori di iniziative in Cisgiordania, aggiungendo che “l’occupazione, attraverso questa forma di detenzione, ha lo scopo di trattenere il più a lungo possibile quanti ricevono tali ordinanze.”

Durante questo mese le autorità hanno emesso per la prima volta 23 ordinanze di detenzione amministrativa nei confronti dei prigionieri, rinnovandone 71 più di una volta. Il periodo di detenzione varia dai due ai sei mesi.

Il centro ha svelato che dall’inizio del 2015 sono 726 le ordinanze di detenzione amministrativa emesse, affermando che la città con il numero più elevato di queste è Hebron, e rilevando che il silenzio della comunità internazionale sull’esercizio della detenzione amministrativa da parte delle autorità d’occupazione “è un crimine perpetrato in nome della leggittimità internazionale e della legge”.

L’occupazione israeliana si basa sulle concessioni del diritto internazionale applicando la detenzione amministrativa per impellenti motivi di sicurezza in modo eccezionale ed individuale, e punizioni collettive ai palestinesi.

Il centro definisce la detenzione amministrativa, la quale non prevede né accusa né processo, “arbitraria ed ingiusta”, e chiede alla comunità internazionale e alle organizzazioni per i diritti umani di intervenire con urgenza per porre fine a tale forma di detenzione, rendendo noto che le autorità d’occupazione la esercitano nei confronti dei palestinesi adducendo il pretesto “della minaccia alla sicurezza della nazione o del pericolo per la vita dei coloni e dei soldati”, senza sottoporli al giudizio di tribunali militari nè formulando nei loro confronti una chiara accusa.”

Traduzione di Michele Di Carlo