Indignazione a Gaza: Ban Ki-moon rifiuta incontro con i familiari dei detenuti

Indignazione a Gaza: Ban Ki-moon rifiuta incontro con i familiari dei detenuti

Gaza – Speciale InfoPal. E’ stata segnata da malcontento popolare e indignazione la visita a Gaza del Segretario generale Onu, Ban Ki-moon.

Ieri mattina, al valico di Beit Hanoun (Eretz) decine di cittadini lo hanno accolto con il lancio di scarpe e slogan di condanna e disappunto per “la sua visita dell’ingiustizia, dell’imparzialità o del doppio standard” e, soprattutto, “per la sua indifferenza alle sofferenze di chi vive assediato tra le macerie”.

Il rifiuto a incontrare Ki-moon. Parallelamente al disappunto popolare, anche diverse istituzioni ed enti locali di Gaza si sono rifiutate di incontrare il Segretario generale Onu.

“Avremmo voluto consegnargli personalmente un messaggio con la richiesta di ordinare a Israele la fine dell’assedio, di pensare ai prigionieri palestinesi, ma la sua visita è stata segnata dall’inutilità”, si legge in un comunicato degli enti della società civile.

“A questo aggiungiamo le aspettative – oggi vuote – che aveva prodotto tra la popolazione la sua ultima visita a Gaza. Nessuna di quelle promesse è stata mantenuta, le speranze cadono nel vuoto, la nostra frustrazione è aumentata insieme all’isolamento”.

Il sostegno a Israele. Nel comunicato si fa una lunga lista delle richieste da fare a Ban Ki-moon: “L’Onu si pronunci nella condanna dell’occupazione israeliana della Palestina – condanna dei suoi crimini contro la popolazione, e del blocco su Gaza, degli assassini indiscriminati, della ferocia degli attacchi contro i civili”.

Il messaggio, indirizzato alla persona del Segretario generale Onu, era anche destinato al Quartetto internazionale per la pace in Medio Oriente (Onu, Usa, Russia, Ue), a cui si rimproverano le modalità con le quali, nel suo operato, ha violato le leggi internazionali, e le tesi a sostegno della complicità alle aggressioni israeliane.

Il comunicato sottolinea, infine, senza mezzi termini, che “il Quartetto ha contribuito a rendere ‘legale’ l’‘assedio su Gaza, dando le spalle alla sua realtà: ‘una punizione collettiva inflitta su 1,7 milioni di palestinesi di Gaza’”.

Tra le conclusioni della lettera si legge la chiara richiesta di denunciare i crimini israeliani nei confronti dei detenuti palestinesi, tra cui il divieto di visita (alle famiglie di Gaza è imposto da oltre 5 anni), le torture.

Ban Ki-moon si è rifiutato di incontrare i familiari dei detenuti palestinesi. E’ quanto quanto ha indotto le organizzazioni civili di Gaza a non incontrare il Segretario Onu, che aveva espressamente fatto sapere che non avrebbe ricevuto alcuna delegazione di familiari di palestinesi detenuti in Israele.

“L’indignazione è tanto maggiore se si pensa ai vari incontri che Ki-moon ha concesso alla famiglia di Gilad Shalit, mentre 5mila palestinesi restano a marcire nelle prigioni dell’occupazione israeliana”.

Rimuovere il blocco. Nel corso della sua breve visita, il Segretario generale dell’Onu ha visitato il “quartiere olandese”, costruito a Khan Younes (nel sud di Gaza) con il sostegno delle Nazioni Unite. Ed è stato in quest’occasione che ha chiesto la rimozione dell’assedio israeliano su Gaza e l’apertura delle sue frontiere.

Ban Ki-moon ha poi manifestato l’impegno a riportare la questione a Israele, per lasciar passare materiale da costruzione, per rendere possibile all’Unrwa il completamento dei progetti da anni rimasti in sospeso a Gaza e destinati alla popolazione palestinese.