Informazione nel mirino di Israele: 23 giornalisti palestinesi in carcere

imagesRamallah-Quds Press. Il ministero dell’Informazione dell’Autorità palestinese considera l’arresto dei giornalisti, da parte dell’occupazione, come “una duplice forma di terrorismo, un sistema per intimidire i giornalisti e metterli a tacere, un tentativo di impedire loro di compiere il proprio dovere professionale e umano”.

In un comunicato stampa trasmesso a Quds Press in data 21 aprile, il ministero ha dichiarato che il protrarsi della detenzione di 23 giornalisti, l’ultimo  dei quali è Amin Abu Warda, “conferma agli avversari dell’occupazione il ruolo di guardiani della verità, svelando la campagna di continue aggressioni contro il nostro popolo e la nostra terra”.

Il ministero ha invitato la Federazione internazionale dei giornalisti e i difensori della libertà di opinione a “far pressione su Israele perché liberi i giornalisti  senza condizioni e a perseguire i crimini dell’occupazione perché non cadano in prescrizione”.

Il ministero ha esortato i media locali, arabi e internazionali, a “rendere noti i crimini dell’occupazione che hanno come obiettivo i giornalisti, crimini commessi con sparatorie e arresti, ma anche con il divieto di trasferirsi, la proibizione di viaggiare, in un disperato tentativo di nascondere la verità”.

Traduzione di Federica Pistono