Insediato a Ramallah il governo di unità nazionale palestinese

283214_345x230Ramallah-Ma’an. Sono stati nominati 17 membri del nuovo governo di unità palestinese insediatosi lunedì. Essi comprendono almeno nove nuovi membri, mentre otto facevano già parte del governo precedente.

Rami Hamdallah resterà primo ministro e Ziad Abu Amr sarà il vice primo ministro e ministro della Cultura.

I membri di nuova nomina sono: il ministro del Lavoro, Mamoun Abu Shahla; il ministro dei Lavori pubblici e degli alloggi, Mufeed Hasayneh; il ministro per il Patrimonio e gli Affari religiosi, Yusef Idees.

Nayef Khalaf sarà ministro della Governance locale e Riyad al-Maliki rimarrà il ministro degli Affari esteri.

Salim al-Saqqa è stato nominato ministro della Giustizia; Khawla al-Shakhsheer ministro dell’Educazione  e dell’Istruzione superiore, e Rula Maaya ministro del Turismo; Allam Moussa ministro delle Telecomunicazioni; Shawqu al-Aiysa ministro dell’Agricoltura; Wael Dweikat ministro dei Trasporti.

Muhammad Mustafa resterà vice primo ministro per gli Affari economici e Shukri Bishara ministro delle Finanze.

Inoltre, Jawad Awwad rimarrà ministro della Sanità, e Adnan al-Husseini dovrebbe rimanere ministro degli Affari di Gerusalemme.

Il governo di unità nazionale si è insediato lunedì 2 giugno nella sede presidenziale di Ramallah.

Wasel Abu Yusef, dell’Olp, ha dichiarato che gli ostacoli per la formazione del governo di unità sono stati superati: Hamas ha convenuto che al-Malki sarebbe rimasto come ministro degli Esteri e che la questione relativa al ministero dei Prigionieri è stata risolta.

Nei giorni scorsi, in un comunicato stampa, Sami Abu Zuhri, di Hamas, aveva affermato che c’erano ancora contenziosi in corso, per esempio sulla scelta di al-Maliki come il ministro degli Affari esteri. “Al-Maliki è sgradito da un punto di vista nazionalistico – aveva dichiarato Abu Zuhri – perché ha posizioni molto negative, soprattutto verso la Striscia di Gaza”.

Abu Zuhri aveva, tuttavia, sottolineato la buona volontà di Hamas al compromesso sulla questione, affermando che l’accordo sarebbe andato avanti a prescindere e che il governo sarebbe stato annunciato. E così è stato.

Un altro problema era la nomina del ministro dei Prigionieri: Fatah aveva proposto l’eliminazione del ministero dei Prigionieri, ma Hamas si è opposto.

L’accordo del 23 aprile scorso tra Hamas e l’OLP ha spianato la strada alla formazione di un governo di unità nazionale, per la prima volta in sette anni, ma Israele si è fortemente opposta sulla base del fatto che Hamas rifiuta il suo diritto di esistere.

Abbas, tuttavia, ha più volte sottolineato che il governo di unità nazionale aderirà alle precedenti politiche dell’Autorità Palestinese e dell’OLP che riconoscono Israele.

Israele, a sua volta, non ha mai riconosciuto il diritto di esistere dei Palestinesi, ed è stato riluttante in passato a negoziare con l’Autorità Palestinese in quanto, dal 2006, non rappresenta tutti i Palestinesi, ma solo quelli della Cisgiordania.

La divisione politica tra Fatah e Hamas è iniziata nel 2007, l’anno dopo che Hamas vinse le elezioni legislative in tutti i territori palestinesi, ma venne sottoposto a un boicottaggio da parte di Israele e dei paesi occidentali che hanno lasciato l’economia in una situazione precaria.
Quell’anno Hamas accusò i membri di Fatah nella Striscia di Gaza di progettare un colpo di stato per far cadere il governo: ciò portò a scontri di piazza e alla presa del controllo sulla Striscia di Gaza da parte di Hamas e di quella di Fatah sulla Cisgiordania.

Traduzione di Edy Meroli