Israele ha amputato le sue gambe, ma non i suoi sogni: giornalista gazawi a Al-Jazeera

PIC. La 24enne palestinese Jamila al-Habbash non era a cosciente del fatto che la sua vita si sarebbe rovesciata il 4 gennaio 2009 a seguito dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza. L’attacco che ha causato l’amputazione delle sue gambe non ha potuto rubare il suo sogno di essere un giornalista che trasmette la sofferenza di Gaza a tutto il mondo.

Jamila non presta attenzione a coloro che, nella comunità, si oppongono alle donne che lavorano come giornaliste, e si descrive come una non-tradizionalista a cui non piacciono le idee tradizionali e si tiene lontana da loro. E aggiunge: “Guardavo le notizie su al-Jazeera. Ho studiato i movimenti dell’emittente. Mi sono concentrata sui minimi dettagli, sul tipo di voce che lui o lei aveva. Una voce nella mia testa mi ha chiedeva: quando sarai nello stesso posto?”

Con un tono pieno di sfida e speranza, Jamila ha parlato con il giornalista di PIC dopo aver realizzato il suo sogno, quando la sua sedia a rotelle ha attraversato la sede generale della rete al-Jazeera a Doha: “Da quando ero giovane, avevo un sogno. La mia famiglia mi chiamava ‘la radio di casa’ perché mi interessava seguire tutte le notizie e gli eventi e parlare di loro”.

Ferita e determinazione!

Sebbene sia stata vittima di un bombardamento israeliano che ha distrutto i suoi sogni d’infanzia, e che le ha chiuso la porta della speranza per un futuro radioso; la sua determinazione le ha permesso di aprire nuovamente la porta della speranza e di diventare giornalista, trasmettendo le preoccupazioni della sua gente.

Nel 2008/2009, l’occupazione israeliana lanciò la più grande aggressione sulla Striscia di Gaza fino a quel momento, capovolgendo la vita di Jamila. Aveva 15 anni, quando subì una grave lesione che portò all’amputazione totale delle gambe, rendendola prigioniera su una sedia a rotelle.

Jamila ha dichiarato al giornalista di PIC che l’occupazione credeva che il missile avrebbe distrutto il mio sogno, amputando le mie gambe. Tuttavia, ho insistito dopo l’incidente. Le persone dei media che mi hanno visitato dopo l’attacco hanno contribuito notevolmente a rafforzare la mia convinzione nel perseguire il mio sogno.

Aggiunge: “Grazie a Dio, sono una persona che ama le sfide ed il futuro. Ho superato tutte le difficoltà che ho affrontato, finché non ho raggiunto il mio sogno”.

Jamila crede che la prima ragione del suo successo sia stata la pazienza e la volontà. La seconda, e la più importante, è stata la sua famiglia, che dice essere “aperta” e di aver “appoggiato la mia ambizione”.

Sentendosi ottimista e felice, Jamila menziona la terza ragione che l’ha aiutata a realizzare il suo sogno, che é stata un gruppo di giornalisti esperti che l’hanno incoraggiata a rincorrere il suo sogno.

Realizzando i sogni.

Jamila aggiunge: “Ho avuto l’opportunità che stavo aspettando. Al-Jazeera mi ha invitato a partecipare al suo 15° anniversario. Dopo di ciò, ho fatto un corso di formazione nel campo della presentazione televisiva, che è stato un passo qualitativo per me”.

Jamila ha sottolineato che quando ha raggiunto al-Jazeera, ha iniziato a realizzare il suo sogno. Ha detto: “Al-Jazeera ha mantenuto la sua parola”.

La giovane donna conferma che ora sta esercitando seriamente la professione di giornalismo attraverso una serie di servizi intitolati Their Pulse su al-Jazeera, che trasmette la sofferenza delle vittime della guerra a Gaza, sottolineando che sta ricevendo un addestramento intensivo presso la rete televisiva con la squadra di al-Jazeera Hadha as-Sabah (This morning) e al-Jazeera Media Institute.

Traduzione di F.H.L.

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