Israele approva la legge che consente la detenzione dei Palestinesi con meno di 14 anni a Gerusalemme Est

340995CMa’an. Mercoledì, il parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato una legge che consente di incarcerare bambini con meno di 14 anni se hanno commesso atti di “terrorismo”.

La normativa, detta “Legge sulla gioventù,” permetterebbe alle autorità israeliane di imprigionare un bambino in caso di condanna come “terrorismo contro civili israeliani o personale militare”.

La dichiarazione afferma che i tribunali israeliani possono “avviare dibattimenti sul minore imprigionato mentre lui o lei saranno tenuti in una struttura vicina”, e che durante tali dibattimenti i tribunali “potranno rinviare la data di trasferimento del minore dalla struttura chiusa a una prigione, abbreviare la condanna del minore condannato o annullare la pena detentiva”.

Il disegno di legge, che è stato presentato dal membro della Knesset (MK) Anat Berko, è stato approvato dopo che 32 parlamentari hanno votato a favore, e 16 contro – uno si è astenuto.

“Questa legge è nata per necessità”, sembra abbia affermato Berko. “Abbiamo sperimentato un’ondata di terrore per un bel po’ di tempo. A una società è consentito proteggersi. A chi viene ucciso con un coltello nel cuore, non importa se il bambino ha 12 o 15 anni”.

La legge ha lo scopo di punire principalmente i Palestinesi della Gerusalemme Est occupata che tentano attacchi contro civili israeliani e militari. I Palestinesi di tutte le età della Cisgiordania occupata, compresi i giovani minorenni, sono stati a lungo processati, condannati e detenuti dal sistema giudiziario militare di Israele.

Già in passato i membri del governo israeliano avevano tentato di approvare una legge per incarcerare i minori di 14 anni di età, e l’Associazione per i Diritti civili in Israele (ACRI) che nel 2015 pubblicò un rapporto, ha sollecitato il governo israeliano a non portare avanti la proposta di diminuzione dell’età minima di reclusione.

Nel rapporto, ACRI dettaglia l’importanza della legge israeliana sui giovani che proibisce di imprigionare i bambini con un’ età inferiore ai 14 anni perché “può causare un danno significativo al bambino ed è destinata ad aumentare la violenza e la criminalità nella società”. Il gruppo invece ha proposto che il governo israeliano avvii dei programmi che sostengano l’integrazione dei minori accusati di reati nella società israeliana.

La “Legge sui Giovani” è una delle varie leggi approvate nel corso dell’ultimo anno per colpire i minori palestinesi e accelerare la detenzione dei giovani palestinesi.

Nel luglio 2015, era stata approvata una legge che permette la condanna fino a 20 anni per chi lancia pietre contro i veicoli, se l’intento doloso è provato. Tuttavia, la legge permette allo stato di Israele di condannare chiunque a 10 anni anche senza prove.

Nel mese di novembre, Israele emise una legge che consente di condannare i Palestinesi a un minimo di tre anni di carcere per il lancio di pietre contro gli israeliani. Della normativa fanno parte disposizioni che consentono alle autorità israeliane di togliere a chi lancia pietre le prestazioni statali e annullare l’accesso al servizio sanitario nazionale e ai servizi sociali per le famiglie.

Secondo ACRI, sono in corso proposte per permettere alle autorità israeliane di emettere sentenze di ergastolo ai bambini con meno di 14 anni.

Defense  for Children International – Palestine (DCIP) ha condannato la legge contro chi lancia pietre, affermando che il gruppo è “profondamente preoccupato del fatto che tali modifiche al codice penale israeliano e agli orientamenti politici continueranno a colpire i giovani palestinesi”.

DCIP fa notare che tali modifiche “vengono applicate quasi esclusivamente ai Palestinesi. Gli estremisti e i coloni israeliani sono raramente perseguiti secondo le stesse norme di legge”.

Traduzione di Edy Meroli