Israele chiude valico di Karni. Gaza, tra proteste e timori di nuove crisi

Gaza – Speciale InfoPal. L'assedio sulla Striscia di Gaza continua inamovibile e Israele ne decreta una sempre maggior rigidità; per ultimo stringe il territorio palestinese annunciando la chiusura definitiva del valico di Karni (al-Mintar), ad est di Gaza City. 

Karni è uno dei tre passaggi commerciali, e solo da uno di questi, “Eretz”, è permesso, in via eccezionale, il passaggio di individui, malati e sofferenti e internazionali. 

Kerem Abu Salem (Kerem Shalom), a sud della Striscia di Gaza, resta aperto solo in parte per il passaggio di beni di prima necessità come il gas per uso domestico e i soccorsi dell'Unrwa destinati ai rifugiati palestinesi. 

Con la proclamazione della chiusura di Karni, tutti hanno subito reagito, facendo notare alle autorità d'occupazione israeliane che l'unico valico commerciale che resterà aperto, Kerem Abu Salem, non sarà in grado si essere sottoposto allo stesso traffico di più passaggi. 

Nella Striscia di Gaza insomma, una crisi segue l'altra e Israele stringe il cappio sul territorio assediato quanto più possibile esacerbando un embargo, illegale, disumano e ingiusto. 

Ra'ed Fattouh è ingegnare e presiede il comitato di coordinamento per il passaggio delle merci. Il nostro corrispondente lo ha raggiunto per telefono e l'esperto gli ha confermato i disagi previsti con il funzionamento di un solo valico, Kerem Abu Salem.

“Cosa si deve dedurre, oggi, dopo che anche il passaggio di Sufa, a sud est della Striscia di Gaza, è stato chiuso? Israele ci vuole asfissiare ulteriormente e vuole mettere in ginocchio la Striscia di Gaza, ancor più di quanto non stia facendo da oltre quattro anni con un illegale assedio”. 

Fattouh lancia così l'allarme sulle carenza di scorte di grano, mentre i camionisti proclamano una protesta ad oltranza rifiutandosi di far pervenire a Gaza le merci solo attraverso il valico di Kerem Abu Salem. Questo finché non si riaprirà Karni. 

'La chiusura del valico di Karni è un altro crimine di Israele contro l'umanità'. Lo ha affermato il garante del ministero dell'Economia del governo di Gaza, Ibrahim Jaber. “Si tratta di una decisione che fa parte di una lunga catena di crimini contro l'umanità nell'ambito dell'illegale blocco israeliano”.
“Israele potrebbe volere produrre un aumento dei prezzi della propria produzione e, rifarsi gravando così sul commercio con Gaza”. 

Anche Jaber ha riferito al nostro corrispondente che Kerem Abu Salem non potrà essere operativo in proporzione delle necessità della popolazione della Striscia di Gaza. “Sorgeranno altri disagi e crisi, ad esempio non ci sarà la garanzia di avere cibo fresco come gli ortaggi”. 

I camionisti protestano. Il portavoce dell'Associazione dei trasportatori, Jihad Aslim, ha confermato che le società di trasposto, intanto, hanno deciso di non far entrare a Gaza i camion dal lato israeliano. I camionisti sono risoluti nel non cedere e a proseguire nel sit-in finché le loro istanze nn saranno ascoltate. 

Aumento dei prezzi e mutamenti nel tracciato dei trasporti delle merci cambieranno notevolmente la situazione: dal porto israeliano di Ashdood, le merci resteranno depositate a lungo. 

La situazione commerciale che si profila per la Striscia di Gaza preoccupa proprio tutti: si tratta di una punizione collettiva in violazione ai diritti umani fondamentali, pone le premesse per una catastrofe economia e quindi sociale e le istituzioni commerciali internazionali sono state invitate ad intervenire per riportare il traffico ad un livello razionale, scongiurando la chiusura del valico commerciale di Karni.

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