Israele confisca le apparecchiature di pompaggio di Ein el-Beida (Valle del Giordano)

PIC e Quds Press. Mercoledì 19 luglio, le autorità di occupazione hanno confiscato materiale di pompaggio d’acqua utilizzato dai palestinesi nella parte settentrionale della Valle del Giordano, con il pretesto della mancata licenza.

Dopo i pannelli solari di Jubbet Adh Dhib (Betlemme), l’occupazione confisca le apparecchiature di pompaggio di Ein el-Beida (Valle del Giordano) nella perfetta impunità.

Il responsabile dell’ufficio di monitoraggio delle attività coloniali israeliane nella Valle del Giordano, Moataz Bisharat, ha dichiarato che le forze di occupazione, accompagnate dal personale della Commissione “organizzazione e costruzione”, hanno fatto irruzione nella zona di Ain al-Hamma, vicino al villaggio di Ein el-Beida, e hanno confiscato attrezzatura impiegata dagli agricoltori per il pompaggio dell’acqua potabile e per le loro coltivazioni.

Bisharat ha evidenziato che tale confisca è una violazione flagrante del diritto internazionale umanitario, nonché una violazione della decisione dello stesso tribunale israeliano.

Bisharat ha dichiarato che un tribunale israeliano ha emesso una sentenza che impedisce l’attuazione di un ordine dell’esercito di occupazione rivolto agli abitanti della regione, secondo il quale si impone l’interruzione del consumo d’acqua, adducendo come pretesto la proprietà da parte dello stato israeliano.

Le organizzazioni internazionali e umanitarie condannano i continui attacchi operati dall’occupazione nella Valle del Giordano contro i palestinesi, sia che si tratti di demolizione sia di espulsione o evacuazione con il pretesto di esercitazioni militari.

Il 4 luglio, decine di pannelli solari vennero confiscati, danneggiati o distrutti dall’esercito israeliano nel piccolo villaggio palestinese di Jubbet Adh Dhib. La restituzione del materiale, finanziato dai Paesi Bassi, è stata pretesa dalle autorità olandesi.

Il giornale israeliano Haaretz riportò il 1° luglio che il governo olandese aveva protestato contro lo Stato ebraico dopo la confisca di 96 pannelli solari e delle apparecchiature elettroniche del sistema elettrico donati a Jubbet Adh Dhib, un villaggio palestinese della Cisgiordania, nelle cui prossimità sono situate colonie israeliane.

Le autorità israeliane hanno giustificato la confisca del materiale sostenendo che i pannelli solari non erano stati costruiti chiedendo le autorizzazioni e i permessi appropriati.  Il ministero olandese degli Affari esteri ha tuttavia richiesto la restituzione del materiale in questione.

Finanziato nel quadro di un progetto umanitario del valore di 500.000 euro, promosso dai Paesi Bassi, il sistema ibrido di elettrificazione fotovoltaico era stato installato dall’organizzazione israelo-palestinese Comet-ME a Jubbet Adh Dhib.

Secondo Comet-ME, il materiale non confiscato è stato distrutto o danneggiato dall’esercito israeliano in uno dei loro raid nel villaggio.  Il costo del materiale danneggiato ammonta a 40.000 euro, riporta Haaretz.  L’avvocato di Comet-ME, ha inoltre dichiarato a Haaretz: “Questa confisca costituisce una violazione ben precisa del diritto internazionale che vieta alle potenze occupanti di danneggiare gli impianti umanitari senza fornire soluzioni di ricambio”.

Traduzione di Daniela Minieri