Israele controlla più dell’85% dei Territori Palestinesi

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Ramallah-Quds Press. Stando a gli ultimi dati, lo stato israeliano controlla oltre l’85% degli storici territori palestinesi. Nel rapporto stilato dall’Ufficio centrale di statistica palestinese a fine marzo, viene trattato il delicato tema delle terre palestinesi oggi sotto il controllo delle forze di occupazione. Tra i dati riportati nella relazione, viene citata l’estensione storica delle terre palestinesi che coprono un’area di 27 mila kmq. Israele sfrutta più del dell’85% della superficie totale, mentre ai palestinesi rimane solo il 15%. Nel frattempo, l’occupazione israeliana continua a suddividere le terre palestinesi in aree. La percentuale dei residenti palestinesi in questi territori è il 48% del totale dei residenti. Ciò significa che al singolo cittadino palestinese viene concesso meno di un quinto dell’area di cui invece gode un cittadino israeliano.
Ebraicizzazione di Gerusalemme
Nel rapporto viene fatta luce su ciò che sta accadendo a Gerusalemme e il tentativo delle forze di occupazione di cancellare qualsiasi traccia del passaggio dei palestinesi nella città. L’ebraicizzazione di Gerusalemme sta avvenendo in maniera sistematica. Le case dei palestinesi vengono demolite e alle loro richieste di permessi per la costruzione delle abitazioni, gli enti israeliani responsabili rispondono ponendo  limiti ed ostacoli al rilascio di questi permessi.
In base ai dati contenuti nel rapporto, le forze di occupazione, dal 1967 al 2000 hanno realizzato circa 500 operazioni di demolizione. Dal 2000 al 2014 sono stati demoliti 1.342 edifici a Gerusalemme nella parte J1 (quella frazione della città che Israele ha annesso ai suoi territori dopo aver occupato la Cisgiordania nel 1967).
Questa manovra sionista, ha portato alla creazione di 5.760 sfollati. I dati indicano anche l’aumento e la crescente frequenza di operazioni di auto-demolizione delle abitazioni palestinesi nella città di Gerusalemme; questo dall’anno 2000. Le autorità israeliane, tra il 2000 e il 2014, hanno obbligato 340 palestinesi residenti nella città a procedere personalmente e con le loro stesse mani alla demolizione delle proprie case.
Nel 2010, le abitazioni auto-demolite per imposizione sono state 70, maggiori di quelle dell’anno precedente che avevano raggiunto quota 49.
Il numero di avamposti e basi militari israeliane nella Cisgiordania nel 2013 si aggirava intorno ai 409. Il numero dei coloni è pari a 580.801. Dai dati risulta che il 48,5% dei coloni israeliani vive nel governatorato di Gerusalemme, una percentuale che equivale a 281.684 individui. Tra questi, 206.705, vivono nella frazione J1.
In Cisgiordania, ogni 100 palestinesi, ci sono 21 coloni israeliani. Nel governatorato di Gerusalemme, invece, ogni 100 palestinesi, troviamo 69 coloni.
Il rapporto sposta l’attenzione anche su un altro punto delicato: le autorità di occupazione israeliana vedono nei Territori Occupati della Cisgiordania dei campi fertili da sfruttare economicamente. Partendo da questa chiave di lettura, essi basano i loro piani d’azione e di sfruttamento soprattutto nelle aree denominate “C”. Tali aree sono sotto il totale controllo israeliano e questo grazie a gli accordi di “Oslo”. I territori denominati “C”, rappresentano oltre il 60% delle aree della Cisgiordania. Queste aree sono considerate “riserve strategiche di risorse e ricchezze naturali”.
Ai palestinesi, è vietato l’uso di queste risorse e questo grazie ai vincoli e alle restrizioni imposte da Israele. In queste zone, sono dislocati insediamenti, avamposti israeliani e basi militari; questo oltre alla presenza di un muro innalzato per isolare oltre il 10% del territorio della Cisgiordania. Si aggiunge a questo, una vasta area, considerata dalle autorità israeliane zona militare e a cui ai palestinesi è vietato l’accesso. In queste stesse aree, Israele, gestisce siti turistici nella valle del Giordano, le Grotte di Sulayman, la riserva di Wadi Kelt e quella di Al-Fashkha.
Sfruttano le coste palestinesi del Mar Morto, privano i palestinesi della possibilità di godere di tali ricchezze e poter sviluppare così il loro settore turistico.
Israele non dimentica certo gli altri territori palestinesi, ai quali riserva un trattamento speciale. Infatti nel rispetto dell’ambiente, Israele ha riservato delle discariche nella Valle del Giordano per lo smaltimento dei rifiuti, delle reflue provenienti dagli insediamenti. In questo territorio, si procede anche allo smaltimento dei rifiuti industriali. Nell’area della Cisgiordania vengono eseguite operazioni di perforazione del suolo, volti alla ricerca di petrolio e gas naturale.
Aggressione contro Gaza
 
Nel rapporto si parla anche dell’aggressione contro Gaza. Viene riportato il numero delle abitazioni palestinesi distrutte durante l’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza nel corso del 2014. Le stime parlano della distruzione totale di circa 9.000 unità abitative e di quella parziale di altre 47.000.
Dall’offensiva, non si sono salvate nemmeno le scuole. Gli edifici scolastici distrutti sono stati 327, mentre le  università sono state parzialmente distrutte.
Le moschee parzialmente o totalmente distrutte sono state 71. La stessa sorte, è toccata anche alcune chiese.
20 è il numero degli edifici governativi distrutti; mentre gli ospedali e i centri di assistenza sanitaria di base devastati raggiungono quota 29.
Traduzione di Asmaa Aboulabil