Israele detrae 138 milioni di dollari dalle entrate fiscali dell’ANP

MEMO e Quds Press. Il 17 febbraio, il gabinetto israeliano ha approvato una legge per detrarre 138 milioni di dollari dalle entrate fiscali dell’Autorità Palestinese (ANP) nel tentativo di bloccare gli stipendi dei prigionieri.

Israele riscuote dazi doganali per conto dell’ANP nel quadro degli accordi di Oslo, un importo che si crede ammonti a 222 milioni di dollari al mese. La decisione di domenica vedrà più di 500 milioni di shekel (138 milioni di dollari) detratti dalle entrate dell’ANP per spogliare dei loro stipendi i palestinesi feriti o arrestati da Israele, o le famiglie delle vittime.

Il gabinetto israeliano ha dichiarato di applicare tale decisione seguendo una risoluzione che è stata approvata dal Knesset nel 2018. Il gabinetto ha poi aggiunto di aver incaricato le autorità preposte di “esaminare ulteriori pagamenti effettuati dall’ANP in relazione al terrorismo”.

La ministra della Giustizia israeliano, Ayelet Shakes, ha accolto la decisione riferendo alla Reshet 13 TV israeliana che “Abu Mazen (presidente dell’ANP Mahmoud Abbas) ogni mese continua a trasferire ingenti stipendi agli assassini che sono in prigione. Dobbiamo trovare il modo di bloccare questo denaro”.

Tuttavia, i leader palestinesi hanno criticato la decisione e l’alto funzionario dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), Wasel Abu Youssef, ha dichiarato a Reuters che tale mossa è “un tentativo di pressione e minaccia nei loro confronti”. Abu Youssef ha aggiunto: “Anche se rimanessimo con un solo dollaro, lo devolveremmo alle famiglie dei martiri, dei prigionieri e dei feriti”.

Parlando all’emittente pubblica israeliana Kan, il primo ministro Rami Hamdallah ha affermato che la decisione si è aggiunta al “furto del denaro pubblico palestinese” e ha mostrato “l’adozione da parte di Israele di leggi razziali a favore dell’occupazione, che minano la soluzione dei due Stati”. Hamdallah ha inoltre avvertito che “ciò potrebbe compromettere l’economia palestinese e minare la capacità dell’ANP di pagare gli stipendi in tempo”.

All’inizio di questa settimana, l’ANP ha minacciato di rifiutare totalmente i dazi doganali se Israele porta avanti la sua decisione di effettuare detrazioni. L’alto funzionario di Fatah, la fazione palestinese che domina l’ANP, Hussein Al-Sheikh, ha incolpato gli USA per la decisione israeliana, rivelando che gli enti finanziari internazionali e le banche hanno iniziato a imporre un assedio finanziario sull’ANP su richiesta degli USA.

Gli USA sono in prima linea nelle proposte per spingere l’NAP a sospendere gli stipendi. A giugno, gli USA hanno congelato i loro aiuti finanziari all’ANP nel tentativo di bloccarne i pagamenti; una mossa copiata un mese dopo dall’Australia, che ha sospeso tutti gli aiuti diretti all’ANP menzionando la preoccupazione per ciò che ha definito “retribuzione ai martiri”. Le Nazioni Unite hanno addirittura avvertito che l’ANP potrebbe dissolversi se questi partiti continueranno ad esercitare pressione finanziaria, ricordando che tali manovre potrebbero spingere l’autorità, già economicamente compromessa, a un “punto di rottura” e causarne il completo “fallimento di sistema” nella Cisgiordania occupata.

Traduzione per InfoPal di Giorgia Temerario