Israele e palestinesi tentano di riavviare negoziati

Betlemme – Ma’an, InfoPal. Si svolgerà oggi l’incontro tra palestinesi e israeliani ad ‘Amman, per vagliare le possibilità di rilanciare i negoziati su sicurezza e confini patrocinati da Giordania e Unione Europea (Ue).

Il capo dei negoziatori palestinesi, Sa’eb ‘Erekaat, incontrerà l’inviato speciale del presidente israeliano, Yitzhak Molcho.

Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, ha confermato alla stampa l’incontro per il quale ha espresso ottimismo.

Da più parti, anche tra i ranghi dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), sono in molti ad essere scettici verso la riunione in Giordania, nella quale intravedono un espediente israeliano per prendere altro tempo e creare tra la comunità internazionale aspettative che saranno disattese sul nascere.

Così, Abu Yousef, del Comitato Essecutivo Olp ha puntiualizzato che “quando si parla di sicurezza, si deve dare per scontata la volontà israeliana di impedire che i palestinesi acquisiscano la piena sorvanità”.

“Israele intende imporre invece la propria su altra terra palestinese, in particolare nella Valle del Giordano, e assicurare che un’eventuale entità statale palestinese sia smilitarizzata.

“I funzionari israeliani hanno inoltre posto all’ordine del giorno ben 22 punti, mentre hanno escluso qualunque discussione riguardo ai confini, almeno fino al 26 gennaio, data del prossimo incontro del Quartetto. Ancora, coerentemente con gli accordi del passato, Israele non ha presentato ai palestinesi alcuna mappa”.

Come Abu Yousef, anche da Hamas sono in tanti ad aver espresso riserve sul processo politico in fase di avvio ad ‘Amman.

Così Osama Hamdan, a capo delle Relazioni internazioanli del Movimento di resistenza islamica, ha detto di intravedere in quest’ultimo tentativo di riavviare i negoziati, un ostacolo alla riconciliazione nazionale.

“E’ intenzione di Israele andare ai negoziati, ma con la convizione che essi dovranno fallire, e un altro fallimento porrebbe seri ostacoli alla riconciliazione interna. E’ errore politico che rischia di riportare tutti noi in un vicolo cieco.

“Con questo non intendo presentare un’incompatibilità di principio tra riconciliazione e negoziati, tuttavia non è questo il tempo per farlo e non è logico perdere tempo ad ascoltare le richieste dell’occupante. Non esiste una politica di vincitori e vinti che si mettono d’accordo.

Dobbiamo prendere forza dalle rivoluzioni arabe, che pure alla nostra lotta di liberazione si sono ispirate. All’attuale stato dei fatti, la resistenza è il principio che gode di maggior supporto”.

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