Israele estende la zona di pesca di Gaza per il Ramadan

unnamedGaza-Ma’an. Domenica, le autorità israeliane hanno deciso di portare temporaneamente a nove miglia nautiche la zona di pesca al largo delle coste della Striscia di Gaza, secondo quanto ha dichiarato a Ma’an il responsabile  dell’ Associazione Pescatori di Gaza.

La decisione resterà in vigore fino al 26 giugno, quando la zona sarà presumibilmente riportata entro le sei miglia.

Non è stato subito chiaro se l’estensione è applicata solo nel sud della Striscia di Gaza, come era accaduto in precedenza, o a tutta la costa.

Il 3 aprile scorso Israele aveva ampliato a nove miglia l’area di pesca soltanto in alcune parti della Striscia di Gaza, per poi riportarla di nuovo a sei miglia il 6 giugno.

A seguito della riduzione, il coordinatore di Israele per le Attività di governo nei Territori (COGAT) ha affermato che l’estensione è attuata temporaneamente per la durata della stagione di pesca.

Riguardo la recente decisione, lunedì il COGAT ha rilasciato una dichiarazione affermando che l’estensione è stata decisa “in occasione del Ramadan e per l’abbondanza di pesce in questa stagione”.

“Ci auguriamo che i pescatori rispettino i patti e gli accordi e non violino la zona di pesca a disposizione, e approfittino di questa misura a beneficio del popolo di Gaza”, spiega il comunicato.

In quanto parte del blocco di Israele sulla Striscia di Gaza, dal 2007, i pescatori palestinesi sono stati obbligati a lavorare all’interno di una limitata “zona di pesca designata”.

I limiti esatti della zona sono decisi dalle autorità israeliane e storicamente hanno subito variazioni, più recentemente sono stati portati da tre miglia nautiche a sei, a seguito dell’accordo per il cessate il fuoco che ha posto fine all’offensiva israeliana del 2014 contro i Territori Palestinesi.

Tuttavia, la zona di pesca era tecnicamente impostata sulle 20 miglia nautiche, secondo gli accordi di Oslo firmati tra Israele e Autorità Palestinese all’inizio  degli anni ’90.

Il Centro palestinese per i Diritti Umani – Pchr – ha riferito che le forze navali israeliane hanno spesso aperto il fuoco contro i pescatori all’interno di questi limiti, mettendo le loro vite in pericolo quasi giornalmente.

A causa della elevata frequenza degli attacchi contro le barche da pesca, questi spesso non vengono dichiarati.

L’anno scorso le forze navali israeliane aprirono il fuoco contro i pescatori palestinesi almeno 139 volte, uccidendone tre, ferendone decine, e danneggiando almeno 16 barche da pesca.

L’esercito israeliano afferma spesso, in tali circostanze, che l’uso di armi da fuoco è necessario per scoraggiare potenziali “minacce alla sicurezza” politica che ha in effetti distrutto gran parte del settore agricolo e della pesca dei Territori Palestinesi impoveriti e costretti a un devastante assedio  israeliano dal 2007.

Traduzione di Edy Meroli