Israele ha minacciato i palestinesi di utilizzare mezzi da combattimento ‘non convenzionali’ se continua il sequestro del soldato Shalit e il lancio dei missili.

La settimana scorsa, l’esercito israeliano ha minacciato i palestinesi della Striscia  di Gaza di usare "nuovi" mezzi di combattimento se il soldato israeliano Jelad Shalit rimarrà ancora sotto sequestro e se le operazione di lancio dei missili verso i territori israeliani continueranno.

Attraverso volantini lanciati dall’aviazione israeliana sopra diverse zone della Striscia di Gaza, la dirigenza dell’esercito ha fatto sapere di aver effettuato "operazioni contro i responsabili di atti terroristici e coloro chi li aiutano nel lancio dei missili e nel deposito di armi”.

Nel volantino, che aveva un richiamo agli abitanti di Gaza, c’era scritto che "queste operazioni andranno avanti finché continuerà il sequestro del soldato Jelad Shalit e il lancio dei missili dalla Striscia di Gaza”.

E aggiungeva che l’esercito israeliano "possiede diversi tipi di armi da combattimento che non ha ancora utilizzato e che, se continuano le operazioni ‘terroriste’, ne farà uso".

La Striscia di Gaza sta assistendo, in quest’ultimo periodo, a nuove tattiche di terrore, a cui non era abituata: l’esercito israeliano avverte i proprietari delle case di evacuarle per distruggerle e poi le bombarda. Decine di abitazioni sono state distrutte in questo modo. Centinaia di famiglie palestinese sono state costrette a evacuare.

Tuttavia, nonostante l’utilizzo di tutti i mezzi terroristici a disposizione – tra cui anche la penetrazione in larghe zone nella Striscia, l’esercito israeliano non è riuscito a impedire o a diminuire il lancio di missili di fabbricazione locale verso le città e i villaggio del sud di Israele. Così come non sono riusciti a estorcere informazioni per scoprire dove è tenuto prigioniero il soldato Shalit.

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