Israele ha profanato e danneggiato 2.350 luoghi di preghiera cristiani e islamici

La moschea di 'Ayn Hawd convertita da Israele in ristorante.

Umm al-Fahm – InfoPal. La Fondazione al-Aqsa per il patrimonio storico-religioso rende noti i dati sulle violazioni israeliane ai luoghi di preghiera della comunità palestinesi musulmane e cristiane.

‘Abdel Majd Igbariyya, responsabile della Fondazione, parla di 2.350 luoghi sacri islamici e cristiani profanati da Israele.

1.350 sono i casi documentati su distruzioni o modifiche di cimiteri, moschee e chiese ubicati a nord di Israele (Territori palestinesi occupati ne l’48, ndr). In questi casi, quando Israele non ha provveduto ad abbatterli totalmente, gli edifici sono stati comunque danneggiati in modo parziale.

Sono numerosi i casi di luoghi di culto, ma anche cimiteri, convertiti da Israele in locali commerciali, bar e ristoranti, sinagoghe e musei: da Acri a Jaffa, da Haifa a Lydda a Ramle.

Il resoconto della Fondazione al-Aqsa non include i luoghi di preghiera dei villaggi palestinesi totalmente rasi al suolo da Israele dal 1948 in poi.

Per citare solo alcuni casi, la moschea di ‘Ayn Hawd, nella località nota oggi con il nome israeliano di Kiryat Shmona, e quella di al-Bassa funzionano entrambe da ristoranti. E dove un tempo sorgeva il cimitero nel villaggio palesitnese si Zarnuqa (Ramle), oggi si incontra un hotel della catena Hilton. Ma la lista è molto lunga.

Dalla Fondazione avvertono: “Israele potrebbe continuare su questa linea nelle numerose moschee e chiese su cui impone il divieto di restauro, per fare in modo che crollino per stato di abbandono”.

Elisa Gennaro