Israele lancia una task force per individuare e deportare gli attivisti del BDS

347922CMa’an. Domenica 7 agosto, il governo israeliano ha annunciato che sta organizzando una task force per individuare e deportare i membri del movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS): si tratta dell’ultimo attacco all’attivismo pro-palestinese di sinistra da parte di Israele.

In una dichiarazione rilasciata dal portavoce della polizia israeliana Luba al-Samri, il ministro degli Interni Aryeh Deri e il ,inistro della Sicurezza pubblica Gilad Erdan hanno deciso di formare una task force “per espellere e vietare l’ingresso in Israele e nei territori occupati agli attivisti della BDS”. “Non dobbiamo permettere agli attivisti del BDS di entrare in Israele. È uno passo necessario, date le chiare intenzioni di questi attivisti di delegittimare e diffondere bugie e distorsioni della realtà nella nostra regione”, ha affermato Erdan nella sua dichiarazione.

“La lotta contro il boicottaggio inizia con la lotta contro coloro che minacciano lo stato di Israele – ha affermato Deri. Abbiamo la responsabilità di fare tutto il possibile per sconfiggere qualunque tipo di boicottaggio e di affermare con chiarezza che non permetteremo che lo stato di Israele venga danneggiato. Formare la task force è un importante passo avanti in questa direzione”.

Senza citare tutti i nomi, la dichiarazione afferma che centinaia di attivisti pro-Palestina e decine di organizzazioni sono attualmente in Israele “per raccogliere informazioni da usare per boicottare Israele e danneggiare i suoi cittadini” e che la task force proverà a prevenire l’entrata di attivisti in futuro.

La dichiarazione aggiunge inoltre che gli attivisti de BDS hanno viaggiato in Cisgiordania e a Gerusalemme est per “incitare” i palestinesi.

Non è chiaro se la task force si occuperà solo dei membri stranieri della BDS o se le sue attività si estenderanno ulteriormente ai sostenitori palestinesi o israeliani.

L’annuncio di domenica rappresenta l’ultimo passo compiuto dal governo di Israele per prendere di mira l’attivismo pro-palestinese.

Il movimento BDS è stato fondato nel luglio 2005 da un gruppo della società civile palestinese ed è nato come movimento pacifico per garantire i diritti dei palestinesi in conformità al diritto internazionale, attraverso strategie di boicottaggio dei prodotti israeliani e delle istituzioni culturali, disinvestimento delle aziende complici delle violazioni contro i palestinesi e implementazione di sanzioni statali contro il governo israeliano.

Il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele ha guadagnato maggiore impulso nell’ultimo anno, con attivisti che prendono di mira le aziende che agiscono in conformità con l’occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est.

Alla fine di luglio, il movimento Black lives matter – che denuncia la violenza della polizia contro gli afro-americani che vivono negli Stati Uniti- si è dichiarato a favore della BDS, affermando il proprio impegno nella “lotta, solidarietà e supporto per il movimento BDS per combattere per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza per i palestinesi e porre fine al sostegno internazionale dell’occupazione”.

Il governo israeliano si è mostrato sempre più preoccupato per la crescita del movimento BDS, in quanto la base di sostegno si è ampliata al punto di includere aziende, università e istituzioni religiose di tutto il mondo che disinvestono in quelle compagnie che sono complici delle violazioni sui palestinesi da parte del governo israeliano.

Nel mese di gennaio, il Knesset israeliano ha tenuto una conferenza per discutere le modalità per combattere la BDS, e dedicato 100 milioni di shekel (26 milioni di dollari) del bilancio del governo del 2016 alla questione.

Nel mese di maggio, Israele ha emesso un divieto di viaggio nei confronti del co-fondatore della BDS, Omar Barghouti, residente in Israele, e nei confronti di Mahmoud Nawajaa, il coordinatore generale del Comitato Nazionale Palestinese BDS, affermando che la decisione riflette “quanto lontano Israele si spingerà al fine di fermare la diffusione del movimento non violento della BDS per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza dei palestinesi”.

Il 12 di luglio il Knesset ha approvato una mozione per le ONG che riguarda il loro obbligo di rivelare le fonti dei finanziamenti se più della metà proviene da finanziamenti pubblici esteri – una legge che le organizzazioni per i diritti umani e i membri di opposizione della Knesset hanno condannato per aver cercato di mettere a tacere le critiche contro Israele e delegittimare i gruppi di sinistra.

Il leader dell’opposizione Isaac Herzog del Zionist Camp party ha poi affermato che la legge “simboleggia il fascismo in erba che è in aumento nella società israeliana” e “si fa una beffa” del “diritto di organizzazione, che è un sacro principio fondante di una società democratica”.

Traduzione di Domenica Zavaglia