Israele: Netanyahu presenta al parlamento il nuovo governo di unità nazionale

MEMO. Domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato al parlamento il nuovo governo di unità nazionale, ponendo fine a più di un anno di empasse politica, ma ancora coinvolto in un processo per presunta corruzione che inizierà tra una settimana, riferisce Reuters.

L’accordo di coalizione con l’ex rivale elettorale, il leader centrista di Blu e Bianco Benny Gantz, permetterà all’ala destra di Netanyahu di procedere verso la preannunciata annessione de facto di alcune aree occupate della Cisgiordania, territori in cui i palestinesi vorrebbero istituire uno Stato.

Secondo il suo accordo con Gantz, dopo tre elezioni senza risultati, Netanyahu rimarrà primo ministro per 18 mesi prima di cedere il posto al suo nuovo partner.

Gantz, ex capo delle forze armate, sarà il ministro della Difesa di Netanyahu, nonché “primo ministro supplente”, una nuova posizione che Netanyahu ricoprirà mentre Gantz sarà al comando.

Cedendo il posto a Gantz e ricoprendo il ruolo di primo ministro supplente, Netanyahu spera di evitare di doversi dimettere dal governo grazie a delle norme legali che consentono a un premier di rimanere in carica anche se accusato di un reato.

Netanyahu, leader israeliano di spicco, ora settantenne, è salito al potere nel 1996 ed è rimasto in carica per tre mandati consecutivi dal 2009. Il 24 maggio sarà processato con le accuse – da lui negate – di corruzione, abuso d’ufficio e frode.

“Il popolo voleva l’unità, ed è quello che ha ottenuto”, ha detto Netanyahu al Parlamento, esprimendo il desiderio di evitare una quarta tornata elettorale e sottolineando la necessità di una battaglia nazionale contro la crisi causata dal coronavirus.

Gantz, nel suo discorso al parlamento, ha dichiarato: “si è conclusa la più grande crisi politica nella storia di Israele”.

Con l’istituzione di un nuovo governo, Netanyahu sarebbe pronto a procedere con il suo piano di estensione della sovranità di Israele sugli insediamenti ebraici e sulla Valle del Giordano nella Cisgiordania occupata, territori in cui i palestinesi vorrebbero istituire uno stato.

Ha fissato il 1° luglio come data di inizio delle negoziazioni del governo sulla delicata questione, senza aver stabilito pubblicamente una scadenza entro la quale approvare l’annessione di fatto dei territori invasi da Israele nel 1967 a seguito della Guerra dei Sei Giorni.

I palestinesi si oppongono con fermezza a tale decisione, invocando in risposta sanzioni internazionali contro Israele. Molto probabilmente ciò si tradurrà in un aumento delle tensioni in Cisgiordania e a Gaza, con il rischio di innescare un’ondata di violenza anti-israeliana.

Il ripensamento di Gantz.

Gantz, 60 anni, aveva evocato le accuse a carico di Netanyahu nel promettere nuovamente ai suoi elettori che dopo le ultime elezioni di marzo non sarebbe entrato a far parte di un governo condiviso con il leader di destra. Irritando molti dei suoi sostenitori e scindendo il proprio partito, ha finito per stipulare un patto politico, sostenendo che la crisi scatenata dal coronavirus aveva reso l’unità un imperativo.

“La crisi del coronavirus è una scusa per svolgere dei festeggiamenti corrotti a spese dei contribuenti”, ha dichiarato in parlamento il nuovo leader dell’opposizione Yair Lapid, che si è separato da Gantz.

“Stai istituendo il governo più ampio e dispendioso della storia di Israele”.

Il gabinetto segnerà il record di 36 ministri, con diversi nuovi posti creati per garantire che sia Netanyahu che Gantz possano distribuire i seggi del gabinetto ai lealisti, un accordo che ha rafforzato la reputazione del leader veterano come superstite della politica.

Traduzione per InfoPal di Giulia Deiana