Israele promette: la ‘Freedom Flotilla’ non entrerà a Gaza.

Nazareth – Palestine-info. Nella serata del 17 maggio, il ministero degli Esteri sionista ha annunciato l'intenzione di non permettere alla “Freedom Flotilla” (La Flotta della Libertà) di raggiungere la Striscia di Gaza, assediata da quasi quattro, anni per consegnare ai bisognosi gli aiuti che trasporta.

Un gesto di sfida verso centinaia di uomini di tutto il mondo – e verso i loro Stati di appartenenza – che hanno deciso di accompagnare la Flotta che dovrebbe arrivare nella Striscia alla fine di maggio.

Fonti di stampa israeliane riferiscono che il direttore del Dipartimento affari europei del ministero degli Esteri sionista, Noar Gilon, ha convocato gli ambasciatori dei Paesi ai quali appartengono i partecipanti alla Flotta: in particolare quelli di Grecia, Irlanda, Turchia e Svezia.

Egli ha affermato che “Israele non permetterà che queste navi giungano sulle coste di Gaza e rompano l'embargo. Chi vuole portare aiuti deve contattare l'apposito ufficio di coordinamento governativo che si occupa di quelle aree”.

Tuttavia, è Israele che sta assediando la Striscia di Gaza e che tiene chiusi i valichi (a parte quello di Rafah, controllato dall'Egitto, che risponde al diktat israeliano). Invitare a coordinare gli aiuti umanitari con l'entità sionista è dunque una missione impossibile.

Gilon ha proseguito: “Stiamo parlando di navi che intentano una provocazione che viola le leggi israeliane”, aggiungendo che gli ambasciatori convocati sono stati informati del fatto che le autorità non permetteranno mai a quelle navi di raggiungere la Striscia.

Oltre cinquecento attivisti prenderanno posto su nove imbarcazioni, le quali trasportano 5.000 tonnellate di carico, tra cui cemento, case prefabbricate, materiali da costruzione, apparecchiature mediche, materiale scolastico ecc.

L'alleanza che organizza questa Flotta, di cui fanno parte quattro navi-cargo, è formata dalla European Campaign to end the siege on Gaza, dal Free Gaza, da un gruppo di organizzazioni umanitarie turche (IHH) e dalle Campagne greca e svedese.

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