Israele promette una reazione “più dura” mentre gli abitanti di Gaza organizzano nuove manifestazioni contro Israele

Gaza-PressTv. Scontri tra Palestinesi e truppe israeliane sono scoppiati vicino alla barriera di confine di Gaza, dove gruppi di manifestanti si sono riuniti per il più grande raduno contro l’occupazione dallo scorso venerdì, quando i militari israeliani hanno ucciso 20 dimostranti disarmati.

L’agenzia France-Presse ha riportato che una persona sembra essere stata colpita a est di Gaza venerdì, ma le sue condizioni non sono state subito chiare.

Centinaia di manifestanti si sono radunati in luoghi vicino alla barriera di confine ad est di Khan Yunis, nel sud dell’enclave palestinese assediata, e ad est della città di Gaza, con un numero previsto che dovrebbe aggirarsi intorno ai 30.000.

Le proteste fanno parte di manifestazioni di sei settimane denominate la “Grande Marcia di Ritorno”, iniziate lo scorso venerdì. Sono diventate violente quando i militari israeliane hanno usato forza letale per disperdere i manifestanti.

Venerdì mattina un altro Palestinese è morto per le ferite da arma da fuoco subite la settimana scorsa, portando il bilancio delle vittime della brutale repressione israeliana a 22. Sono state ferite anche 1.500 persone.

Migliaia di Palestinesi sono accampati vicino alla barriera di confine dalla scorsa settimana.

Venerdì sono stati incendiati pneumatici per creare una cortina fumogena contro i  cecchini israeliani.

Israele ha schierato carri armati, veicoli blindati e forze speciali vicino alla recinzione e ha dato alle sue truppe il permesso di sparare per uccidere.

Secondo l’AFP, le truppe si sono posizionate lungo un crinale dall’altro lato della barriera e hanno installato un ventilatore alto circa due metri, nel tentativo apparente di spingere via il fumo.

Alla vigilia della nuova manifestazione, Avigdor Liberman, il ministro israeliano per gli Affari militari, ha avvertito che i militari continueranno a sparare contro gli abitanti di Gaza se questi si avvicineranno alla recinzione.

L’AFP ha citato il 20enne Ahmed Abu Ghali che diceva “oggi sarà un martire”, mentre alzava la sua maglietta per mostrare la ferita ancora sanguinante della scorsa settimana e che ha richiesto 40 punti di sutura.

“Sono stato ferito venerdì scorso ma sono fuggito ieri dall’ospedale”, ha detto.

Israele ha avvertito che le sue regole di ingaggio sono rimaste immutate per le proteste del venerdì nonostante l’indignazione internazionale, fra cui quella del capo dell’ONU Antonio Guterres che ha invitato alla moderazione.

“In particolare, esorto Israele ad esercitare la massima cautela nell’uso della forza per evitare vittime. I civili devono poter esercitare il loro diritto di manifestare pacificamente”, ha affermato in una nota.

I Palestinesi affermano che i manifestanti che sono stati uccisi non rappresentavano una minaccia per i soldati, e i video diffusi online hanno alimentato le loro accuse.

Human Rights Watch ha definito le azioni delle truppe israeliane “calcolate” e illegali. Guterres e l’Unione Europea hanno chiesto un’indagine indipendente, che Israele ha respinto del tutto.

Nella Striscia di Gaza, quasi 1,3 milioni dei due milioni di abitanti del piccolo territorio sono rifugiati, e chiedono il diritto di tornare alle loro case antecedenti al 1948.

Le proteste dovrebbero protrarsi fino al 15 maggio, che segna il 70° anniversario della Nakba palestinese (Catastrofe), quando oltre 750.000 Palestinesi furono deportati con la forza dall’esercito israeliano durante la guerra arabo-israeliana del 1948.

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Traduzione per InfoPal di Edy Meroli