Israele ritarda le cure mediche per i bambini di Gaza malati di cancro

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Gaza. EI. Di Sarah Algherbawi. 
Jihad, di 9 anni, è un bambino ambizioso. “Voglio crescere fino a diventare un astronauta e un ingegnere”.
 
“Allo stesso tempo”.
 
Prima di raggiungere questi obiettivi,  Jihad dovrebbe guarire da una grave malattia. Circa un anno fa, gli è stato diagnosticato un cancro al colon.
 
La diagnosi è stata fatta dopo un ricovero in ospedale per intossicazione alimentare.
 
Per la sua famiglia, la notizia è stata l’ultima di una serie di tragedie. Il fratello gemello di Jihad è nato con gravi disabilità e morto dopo soli due mesi.
 
“Ero così felice quando il medico mi ha detto che ero incinta di due gemelli”, ha detto Majda Ali,  la madre di Jihad. “Ho iniziato a sognare quanto mi sarebbe piaciuto essere la madre di un medico e di un ingegnere. Il sogno è stato distrutto”.
 
Majda non conosce la causa del cancro di Jihad. Lei teme, tuttavia, che esso può avere qualcosa a che fare con la sua esposizione ad una notevole quantità di polveri da edifici bombardati da Israele durante l’operazione Piombo Fuso, l’attacco a Gaza tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009.
 
Quello che non sa è che Jihad ha bisogno di un trattamento urgente. E‘ stato richiesto dagli specialisti che lavorano a Gerusalemme. Non è chiaro quando  e se  Israele le permetterà di viaggiare.
 
I tassi di cancro a Gaza sono in aumento. Funzionari del ministero della Sanità hanno stimato che ci sono stati 105 casi di cancro ogni 100.000 residenti a Gaza nel periodo 1998-2008. Per il periodo 2009-2014, sono aumentati a 141 casi per 100.000 abitanti, il 41 per cento in più rispetto al periodo precedente.
 
I tassi di cancro sono in aumento in tutto il mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, a causa di un aumento dei fattori di rischio come il fumo, l’adozione di diete occidentali e stili di vita sedentari, così come i cambiamenti ambientali.
 
Ma a Gaza, ci sono particolari preoccupazioni che un fattore che contribuisce possano essere le armi usate da Israele.
 
Ostruzionismo
 
Israele è noto per aver sperimentato un certo numero di armi durante l’offensiva del 2008. Incluso un missile antibunker statunitense in dotazione chiamato GBU-39 e il fosforo bianco, un’arma che provoca gravi ustioni.
 
Sono stati sollevati anche sospetti su alcuni missili utilizzati da Israele e rivestiti con uranio impoverito, una sostanza radioattiva.
 
Khaled Thabet, capo del dipartimento di oncologia presso al-Shifa a Gaza, ha affermato che  un aumento della percentuale di tumori può essere collegato all’uso di uranio impoverito da parte di Israele.
 
E‘ stato anche riportato che Israele a Gaza ha irrorato di pesticidi le aziende agricole per un certo numero di anni. L’uso di pesticidi tossici e fertilizzanti da parte degli agricoltori può anche essere un motivo all’aumento del tasso di tumori. Secondo Thabet il cancro del colon può essere causato dalla presenza di sostanze inquinanti nei prodotti alimentari.
 
“Nel sistema sanitario di Gaza – ha riferito Thabet a EI – molti servizi necessari ai malati di cancro – tra cui le sale e strumentazioni chirurgiche – sono carenti”.
 
Secondo Thabet a oltre il 15 per cento dei pazienti oncologici che necessitano di un intervento chirurgico si consiglia di curarsi uscendo da Gaza. Consigliano gli ospedali in Israele, Cisgiordania occupata, Egitto e, in alcuni casi, Giordania e Turchia.
 
Israele spesso ostacola gli sforzi per garantire che i malati di tumore possano ricevere il trattamento necessario. Thabet ha aggiunto che in alcuni casi urgenti Israele ha bloccato i viaggi dei pazienti per periodi di tre o quattro mesi.
 
Anche Ahmad al-Tannani, di 8 anni, è ambizioso. Vuole diventare una stella del calcio: “Quando sto meglio,  gioco a calcio e mi alleno duramente”, ha detto il bambino.
 
Ahmad, residente nel campo profughi al-Bureij, nel centro di Gaza, ha un linfoma.
 
Dopo aver subito un intervento, si richiede ora un trattamento con radiazioni che non è disponibile ricevere a Gaza. Potrebbe essere curato in un ospedale israeliano, ma non ha ancora ricevuto il permesso di spostarsi da parte delle autorità israeliane.
 
Ricatto
 
I dati pubblicati di recente indicano che Israele ha rafforzato le sue restrizioni sui viaggi da Gaza.
 
Gisha, un gruppo israeliano per i diritti umani, ha riferito che nel mese di gennaio 2017, al posto di blocco militare di Erez c’è stato un calo del 44 per cento nel numero di persone in uscita da Gaza, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Erez separa Gaza da Israele. Secondo Gisha pazienti e accompagnatori sono stati tra le categorie di viaggiatori  più colpiti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha anche riferito che Israele sta limitando le possibilità  di viaggiare per i palestinesi che necessitano di cure mediche.
 
Nel gennaio dello scorso anno, Israele aveva approvato il 78 per cento di tutte le richieste di spostamenti per il trattamento fatte da  Gaza. A dicembre, la proporzione è scesa a meno del 42 per cento. Si tratta della percentuale più bassa di permessi registrati da aprile 2009.
 
Nel dicembre 2016, più di 1.400 pazienti hanno raggiunto in ritardo gli appuntamenti per l’assistenza sanitaria. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è stato il più alto numero di ritardi mai registrato. Tra le persone colpite 323 erano bambini.
 
Maram Aqil  è una bambina di 11 anni con tumore polmonare. E’ stata sottoposta a chemioterapia in un ospedale israeliano. I suoi genitori sperano di non essere ostacolati per uscire da Gaza attraverso Erez.
 
“Ritardare le fasi successive di chemioterapia ucciderà Maram – ha affermato la madre Najah -. Questo è quello che ci ha riferito il medico”.
 
Maram è figlia unica e abita nel campo profughi di Jabaliya, a Gaza. “Quando è nata Maram, abbiamo pensato di possedere l’intero universo – ha detto Najah-. Ma penso che il cancro ci toglierà questa felicità”.
 
Un ostacolo importante incontrato dai pazienti affetti da patologie gravi e dai loro parenti è che sono stati sottoposti a interrogatori dalle le truppe israeliane a Erez.
 
Medici per i diritti umani (Physicians for Human Rights-Israel) hanno dichiarato: “Israele non è etico, ed è immorale sfruttare le esigenze mediche dei pazienti palestinesi permettendo il loro transito per le cure mediche a condizione che siano interrogati [dall’intelligence israeliana] al fine di ottenere informazioni”.
 
Nel gennaio di quest’anno, Nidal Elian ha portato suo figlio, Muhammad di 6 anni, al valico di Erez. Muhammad ha il cancro ai polmoni e richiede un trattamento urgente.
 
Le truppe dislocate al posto di blocco hanno tentato di ricattare Nidal. Gli hanno detto che avrebbero permesso di uscire da Erez se fosse diventato un informatore per l’esercito israeliano. Nidal ha rifiutato.
 
“So che questo rifiuto costerà la vita di mio figlio – ha spiegato Nidal -. Ora non mi faranno più passare per curare il mio bambino. Ma non posso vendere il mio paese al mio nemico”.
 
(*) Sarah Algherbawi è scrittrice freelance e traduttrice di Gaza.