Israele, approvata proposta di legge: stato teocratico ebraico. I Palestinesi spogliati di ogni diritto

Wafa e Ma’an. Domenica, il Consiglio dei ministri israeliano ha approvato il disegno di legge che definisce Israele come stato ebraico.

Durante la sessione di domenica, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si è così espresso: “Israele è lo stato ebraico, nazionale per il popolo ebraico con eguali diritti per tutti i cittadini (ebrei, ndr)”.

A seguito di questa nuova proposta di legge, l’Arabo non sarà più una delle lingue ufficiali, in una decisione considerata discriminatoria contro i residenti arabi in Israele.

I media israeliani hanno riferito che nella tempestosa discussione tra Netanyahu e altri membri del Consiglio dei ministri, 14 ministri hanno votato a favore e sei contro, con ministri dei due partiti di centro – HaTnuah guidato dal ministro della Giustizia Tzipi Livni, e Yesh Atid del ministro delle Finanze Yair Lapid – che hanno votato contro.

La legge darà autorità al governo di spogliare i cittadini arabi che prendano parte ad azioni “violente”, compreso il lancio di pietre, di tutti i diritti.

La proposta di legge consoliderà le politiche di demolizioni delle abitazioni dei Palestinesi coinvolti in attacchi contro gli Israeliani, adottate dal mese scorso a Gerusalemme Est dall’occupazione israeliana.

La proposta di legge implicherà il fatto che Israele non sarà più definita come “Stato ebraico e democratico”, ma “Patria nazionale per il popolo ebraico”.

La minoranza palestinesi in Israele, circa il 20 per cent della popolazione, è discendente di coloro che riuscirono a rimanere nelle proprie case e città dopo la creazione di Israele, nel 1948, mentre altre centinaia di migliaia di cittadini furono scacciati e trovarono rifugio nei campi profughi in Libano, Giordania, Siria e in varie aree della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.

Se la proposta di legge della “patria ebraica” diventa legge, significherà “istituzionalizzare il razzismo, che è già una realtà nelle strade, sia nella legge sia nel sistema politico”, ha messo in guardia Majd Kayyal di Adalah, il centro per i diritti della minoranza araba in Israele.