Khamenei e Meshaal alla V Conferenza di sostegno all’Intifada: ‘La Palestina va liberata completamente’

Di Angela Lano da Tehran. Si è aperta questa mattina la V Conferenza sull'Intifada palestinese.

Diverse migliaia di persone hanno riempito il palazzetto delle Conferenze di Tehran. Ad aprire la carrellata di relazioni è stato il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, che ha sottolineato come la Questione palestinese sia attualmente “più complessa”,  “al centro di grande popolarità”, ma bersaglio anche delle “manovre occidentali” che cercano di minare i diritti del popolo palestinese.

Grande entusiasmo ha suscitato il lungo e articolato discorso dell'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell'Iran: “La Palestina è il tema che accomuna tutti i Paesi islamici – ha esordito -, per la sua specificità, in quanto Paese musulmano occupato con la forza da gente venuta da fuori, e prima kibla (direzione della preghiera, ndr)”.

Ha poi affermato che “il regime sionista è odiato e isolato come non mai”, che la Palestina “deve essere liberata nella sua totalità, non parzialmente”, e che “la richiesta Onu di riconoscere solo una parte della terra palestinese rappresenta una resa dei diritti del popolo. Tutta la Palestina è per tutti i palestinesi, dal fiume Giordano al mare Mediterraneo”. Tuttavia, ha sottolineato che “nessuno vuole buttare gli ebrei in mare. Tutti gli originali abitanti della Palestina, musulmani, cristiani ed ebrei, e non gli immigrati, hanno il diritto di vivere lì e di decidere il governo che li guiderà”.

Ha poi criticato duramente il presidente Usa, Barack Obama, per il quale “il diritto di Israele è una linea rossa invalicabile” a discapito di palestinesi e statunitensi stessi, che vengono sacrificati “per gli interessi economici ed elettorali” del Capo della Casa Bianca. E ha esortato i Paesi arabi e islamici a tagliare le relazioni con Israele.

Un'altra relazione che ha riscosso molto seguito è stata quella del leader di Hamas, Khaled Meshaal.

Meshaal ha spiegato che la colonizzazione israeliana delle terre palestinesi prosegue in modo crescente, così come l'ebraicizzazione di Gerusalemme e le aggressioni sioniste contro la popolazione. “Tutto questo richiede una resistenza. Proseguiremo su questa strada fino alla liberazione della Palestina e alla sconfitta del sionismo, perché non abbiamo altra scelta: abbiamo intrapreso altre vie, altre opzioni, senza successo. 

“Il riconoscimento dello 'Stato palestinese' all'Onu potrà esserci quando la terra palestinese sarà liberata. Mio fratello Abu Mazen (il presidente dell'Anp Mahmoud Abbas, ndr) ha deciso di percorrere la strada del riconoscimento simbolico della Palestina alle Nazioni Unite, ma noi non possiamo appoggiarlo… Cosa ci è stato detto? Che gli Usa opporranno il veto… Prima dobbiamo liberarne la terra dagli occupanti, poi penseremo di stabilirvi uno stato”.

I lavori della V Conferenza sono proseguiti con gli interventi di numerosi rappresentanti politici di vari Paesi arabi e islamici. Sono presenti delegazioni di parlamentari e intellettuali provenienti da America Latina, Europa, Africa e Asia.

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