La bambina “del miracolo” è morta per complicazioni durante i tagli all’energia elettrica. Era nata dopo la morte della madre

RT. La “bambina dei miracoli” di Gaza che era stata tratta in salvo dal ventre della madre uccisa, è morta in un’incubatrice di un ospedale in cui manca l’energia elettrica a causa degli attacchi di Israele. Gli ospedali sperano adesso che una breve tregua allevi il disastro umanitario di Gaza.

Il mondo intanto continua a piangere la morte della “bambina del miracolo” di Gaza morta in un’incubatrice di un ospedale senza elettricità a causa degli attacchi inflitti dall’IDF.

Fatta nascere prematuramente dal ventre della madre morta, la “bambina del miracolo”, Shayma, è morta nell’ospedale di Khan Yunis a sud di Gaza dopo aver lottato per la vita per cinque giorni, nel reparto di terapia intensiva colpito da black-out all’impianto elettrico dopo che Israele ha bombardato l’unica centrale elettrica di Gaza.

Il dottor Fadi Al-Khrote, uno dei sanitari che aveva salvato la bambina, ha riferito ad Al-Jazeera che la madre di Shayma, la ventritreenne Shayma al-Sheikh Qanan, era clinicamente morta da dieci minuti prima che l’intervento per salvare la neonata fosse finito. La vita della bambina era “un miracolo”, ha detto, dato che era stata privata dell’ossigeno per alcuni minuti.

“La bambina ha sofferto di insufficienza respiratoria nel ventre della madre dopo che il cuore di quest’ultima aveva smesso di battere”, ha raccontato giovedì scorso all’agenzia di stampa AFP il dottor Abdel Karem al-Bawab, primario del reparto di maternità dell’ospedale Nasser, aggiungendo che Shayma era collegata ad un respiratore del reparto.

“La mancanza di energia elettrica ha causato all’improvviso l’asfissia e il cervello della neonata è morto”, ha detto parlando della tragedia che è avvenuta mercoledì. 

“La causa è stata la continua mancanza di energia elettrica perché i tubi dell’ossigeno non hanno funzionato in maniera appropriata e abbiamo dovuto riportarla in vita più di una volta senza l’aiuto delle macchine”. 

Shayma era stata salvata dai dottori sabato scorso dopo che la madre e il padre erano stati uccisi in un attacco aereo che aveva distrutto la loro casa nel comune di Deir al-Balah. All’inizio della settimana i dottori avevano riferito all’AFP che la bambina era stabile ma che doveva rimanere con il respiratore per “almeno tre settimane”.

Quando è avvenuto il “miracolo”, la nonna di Shayma, Mirfat Qanan, aveva detto che era una tragedia aver perso la figlia.

“Mia figlia Shayma è morta, ma adesso ho una nuova figlia”, aveva detto, come riferito da Metro. Adesso Mirfat sta combattendo una nuova tragedia, come migliaia di altre famiglie palestinesi devastate dall’operazione dell’IDF “Margine protettivo” che sta distruggendo la Striscia di Gaza da 24 giorni.

Nel mondo la gente continua a commentare con centinaia di tweets la morte di Shayma dando la colpa alla mancanza di energia elettrica per mano dell’esercito israeliano.

Shayma, che come riferiscono le fonti è stata sepolta accanto alla madre, è morta dopo che l’unica centrale elettrica di Gaza è stata distrutta lasciando senza corrente elettrica la maggior parte del milione e ottocentomila persone che vive nel territorio palestinese.

I bombardamenti indiscriminati ad opera di Israele hanno portato ad una condanna mondiale man mano che il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza cresce rapidamente.

Un portavoce dell’Unrwa non è riuscito a trattenere le lacrime durante una intervista televisiva all’indomani dell’attacco mortale di mercoledì a una scuola delle Nazioni Unite che ospitava sfollati. Si riferisce che venti persone sono rimaste uccise sotto la scuola delle Nazioni Unite dove 3.300 persone avevano cercato rifugio, nella cittadina di Jabalia, vicino Gaza.

Giovedì sono stati uccisi 79 Palestinesi e 350 sono rimasti feriti, come ha dichiarato al-Qidra, portavoce del ministero della Salute. Il bilancio dei feriti ha raggiunto la cifra complessiva di 8.265 persone. Il ministero ha fatto sapere che 29 strutture mediche, inclusi 13 ospedali, sono stati daneggiati dagli attacchi israeliani.

Nel frattempo giovedì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato che l’IDF completerà la distruzione di Hamas a qualunque costo.

“Siamo decisi a portare a termine questa missione con o senza un cessate il fuoco”, ha detto Netanyahu all’inizio di una riusione di governo a Tel Aviv. “Non accetterò nessuna proposta che non permetta all’esercito israeliano di portare a termine questo importante compito per il bene della sicurezza di Israele”.

“Hamas ha ricevuto dei duri colpi da parte dell’IDF e dell’ISA”, ha detto. “Abbiamo colpito duramente migliaia di obiettivi terroristici: centri di comando, arsenali di missili, fabbriche, aree di lancio e sono stati uccisi centinaia di terroristi”.

Più tardi, lo stesso giovedì, ufficiali americani e delle Nazioni Unite hanno annunciato che Israele e Hamas hanno acconsentito ad una tregua umanitaria incondizionata di 72 ore nella Striscia di Gaza assediata.

Intanto gli ospedali di Gaza riferiscono di continue mancanze di energia elettrica e di pessime  condizioni di lavoro. I sanitari affermano di non riuscire a far fronte all’affluenza dei pazienti. La gente viene curata nei corridoi.

Yusuf Abu Rish, il sottosegretario del ministero della Salute palestinese ha affermato che la situazione a Gaza è un “disastro umanitario”.

Ha detto che i costanti bombardamenti “minacciano gli ospedali della Striscia di Gaza, che ricevono ogni giorno centinaia di feriti in seguito alla guerra in corso con Israele”, come riportato dalla versione online del quotidiano Arabic Ahram. “Agli ospedali manca l’alimentazione dei generatori. Stiamo affrontando una tragedia umana che minaccia la vita di migliaia di pazienti”, ha detto Rish.

I medici sperano che il cessate il fuoco annunciato e che inizia alle ore 5 GTM di venerdì, dia un po’ di solievo alle sofferenze dei pazienti.

Traduzione di Sandra Piva