La Città Santa di Gerusalemme: misure discriminatorie

Gerusalemme occupata – InfoPal. Per abbellire la loro immagine offuscata e per ridare un po’ del credito perso  all’autorità di Ramallah, i media sionisti avevano dichiarato, prima dell’arrivo del mese benedetto di Ramadan, che le misure riguardanti l’ingresso dei palestinesi nella città di Gerusalemme e nella moschea di  al-Aqsa sarebbero state più leggere. Senza  verificare nulla, alcuni media palestinesi hanno copiato e diffuso questa informazione che rimane lettera morta. E la grande moschea rimane inaccessibile per i giovani della Cisgiordania, della Striscia di Gaza e anche per alcuni residenti nella stessa città di Gerusalemme.

L’illusione si ripete.
Mahmoud Abu Atta, portavoce della Fondazione al-Aqsa per l’eredità e il patrimonio, riferisce a Pal.info che più di 100mila fedeli hanno fatto la loro preghiera nella moschea, il primo venerdì del mese benedetto di Ramadan.
Abu Atta sottolinea che le forze sionista di occupazione sono dispiegate in numero considerevole attorno alla di moschea  di al-Aqsa, senza poter evitare che i fedeli potessero raggiungerla. Nonostante il gran numero di persone, all’entrata e all’uscita della moschea, i fedeli si organizzano in maniera molto tranquilla e  scorrevole.
Piccoli ventilatori sono stati distribuiti ai fedeli, per integrare il lavoro dei grandi. Nonostante il gran caldo, i fedeli non smettevano di affluire nella grande moschea. I poliziotti si sono attestati in gran numero circondando la moschea con delle  barriere di ferro, conferma Abu Atta.
Ghaleb Ahmed ha testimone della scena. Conferma al corrispondente di Pal.info che contrariamente a quanto è stato dichiarato, le forze sioniste hanno rafforzato le misure nei posti di blocco tutt’ intorno alla città Gerusalemme, rendendo ancora più difficile la circolazione dei palestinesi.
Al check-point di Qalandia, che separa la città di Gerusalemme da Ramallah, c’è un enorme imbottigliamento. Il  testimone afferma che i soldati bloccavano i giovani e ostacolavano il movimento delle donne.

Una realtà amara
Ogni anno, con l’arrivo del mese benedetto di Ramadan, gli abitanti della Cisgiordania e di Gaza soffrono amaramente vedendosi impedire l’ingresso nella Città Santa la e preghiera nella moschea.
Ahmed Atton, deputato espulso dalla sua città, Gerusalemme, ha dichiarato a Pal.info che la discriminazione degli occupanti sionisti si fa sentire di più quando arriva il mese benedetto di Ramadan. Vietano a chi vogliono di entrare nella moschea di Al-Aqsa, benché sia una moschea araba e islamica. Questo divieto concerne in particolare gli abitanti della Cisgiordania e della Striscia di Gaza che hanno il pieno diritto di raggiungerla.
La discriminazione degli occupanti sionisti non ha limiti. Hanno cominciato a espellere gli abitanti della Città Santa, ha aggiunto Atton, in modo che essa sia riservata esclusivamente ai coloni e ai loro progetti coloniali.. Hanno espulso soprattutto i simboli politici: i deputatii eletti dal popolo palestinese.
Tutte queste misure prese dagli occupanti sionisti nella Città Santa sono destinate a creare una nuova realtà di fatto, dove i coloni saranno la maggioranza. Tuttavia, queste azioni non intaccano il morale degli abitanti di Gerusalemme e non fanno che aumentare l’amore degli abitanti della Cisgiordania e della Striscia di Gaza per la loro grande moschea, la prima qibla dei musulmani.
Diverse istituzioni islamiche dei territori occupati nel 1948 si interessano agli affari della moschea di al-Aqsa. C’è, per esempio, la fondazione di al-Bayareq che mette a disposizione più di 1.500 auto nel mese benedetto di Ramadan, per trasportare i fedeli alla grande moschea. Queste vetture sono solo una parte delle otto mila l’anno.
E mentre gli occupanti sionisti rafforzano le misure restrittive intorno alla moschea di al-Aqsa e ai luoghi santi della città di Gerusalemme, impediscono ai fedeli di al-Aqsa di entrare e di compiere le loro preghiere, nonostante le menzogne divulgate dei media.