La condanna di alcuni Paesi agli attacchi israeliani su Gaza. L’Egitto riapre Rafah provvisoriamente

Imemc. Giappone, Egitto e Giordania hanno rilasciato dichiarazioni che condannano l’ultima serie di attacchi israeliani sulla comunità palestinese. Saeb Erekat, membro dell’Olp, ha descritto l’offensiva israeliana in corso contro Gaza come una “guerra sistematica a tutto campo contro il progetto nazionale e la riconciliazione nazionale”.

Il governo del Giappone, secondo la Wafa, ha espresso grave preoccupazione per la recente escalation di violenza tra la Striscia di Gaza e Israele.

Questo il  comunicato stampa da ufficio di rappresentanza del Giappone:

“Il Giappone è profondamente preoccupato per la situazione in cui l’attacco delle forze aeree israeliane ha causato vittime civili nella Striscia di Gaza e condanna fermamente il lancio di razzi da parte di militanti palestinesi nella Striscia di Gaza contro Israele”.

Il paese ha esortato Israele e i militanti palestinesi a esercitare la massima moderazione onde evitare l’ulteriore escalation della violenza e di vittime civili.

Ha inoltre dichiarato: “Il Giappone è convinto che i problemi della pace in Medio Oriente non possano mai essere risolti con la violenza, ma solo attraverso i negoziati e gli sforzi per costruire la fiducia reciproca tra le parti in conflitto. Il Giappone chiede a tutte le parti interessate di compiere gli sforzi massimi a tal fine”.

L’ambasciatore Badr Abdel-Ati, portavoce del ministero degli Esteri egiziano, ha sottolineato l’importanza del ruolo della comunità internazionale nel prendere misure serie e concrete per fermare tutte le operazioni militari, assicurando una ripresa dei negoziati sulla base di un arco di tempo specifico e rispettando le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

L’ambasciatore ha chiesto a entrambi i lati, israeliano e palestinese, di impegnarsi per la tregua del 2012, affermando che l’Egitto sta compiendo sforzi intensivi di cooperazione e coordinamento con tutte le parti regionali e internazionali per impedire lo spargimento di altro sangue civile.

Gaza è stata oggetto di un grave blocco economico imposto da Israele dal 2006 che ha portato a frequenti crisi umanitarie. Con l’appoggio egiziano Israele ha rafforzato il blocco nel 2007, a seguito di una vittoria politica di Hamas.

Giovedì il paese ha annunciato l’apertura del terminal di Rafah, esclusivamente per trasferire i palestinesi feriti.

WAFA riferisce inoltre che, secondo un rapporto pubblicato dall’agenzia stampa giordana ‘Petra’, Mohammad al-Momani, il portavoce del governo e ministro di Stato per gli Affari dei media e della Comunicazione, ha respinto con forza tutte le giustificazioni per gli attacchi israeliani recenti, richiedendo a Israele di cessare le sue operazioni immediatamente e di astenersi da qualsiasi escalation e incitamento.

Al-Momani anche chiesto alla comunità internazionale di intervenire per fermare l’invasione israeliana nei confronti dei palestinesi.

Ha messo in guardia dalle ripercussioni per i brutali assalti israeliani e ha sottolineato la necessità di un ritorno ai negoziati che portano alla creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come sua capitale.

Momani ha sottolineato il fatto che le pratiche di Israele sono in violazione del diritto umanitario internazionale e sono in contraddizione con gli sforzi internazionali per far avanzare il processo di pace tra palestinesi e israeliani, chiedendo inoltre un’inversione di rotta dell’escalation per evitare ulteriori sofferenze nella Striscia di Gaza assediata.

Il membro dell’Olp Saeb Erekat ha dichiarato che il governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu sta cercando di separare Gaza dal “progetto nazionale” e dallo Stato di Palestina. “La nostra risposta alla campagna israeliana sarà attraverso la nostra unità”, ha dichiarato mercoledì. “Vi assicuriamo che questo piano è già pronto, ma la leadership palestinese lo farà”.

Traduzione di F.G.