La crisi del bestiame a Gaza, tra difficoltà economiche e la rinuncia a festeggiare l”Eid al-Adha

Gaza – Speciale InfoPal.it. Dopo un lungo periodo di divieto imposto da Israele all’ingresso di generi alimentari di base verso la Striscia di Gaza, il territorio palestinese assediato registra una crisi sui consumi di carni rosse.

Israele vieta l’ingresso di bovini e ovini, se non per quantità limitate.

Tra qualche settimana, cadrà la festività dell’Eid al-Adha, la festa grande del sacrificio. Si macellano pecore e bovini e una parte viene distribuita a poveri e indigenti.

Negli ultimi quattro anni, i palestinesi di Gaza non hanno potuto festeggiare a pieno regime questa ricorrenza.

Avvertimento sulla crisi. In un'intervista al corrispondente di InfoPal, l'assistente del ministro dell’Agricoltura di Gaza, Ibrahim al-Qudra, ha spiegato che la causa della crisi del settore zootecnico è una diretta conseguenza del divieto imposto da Israele sul traffico di bestiame.

“Negli ultimi 4 mesi, dai valichi commerciali di Gaza sono stati introdotti solo 10mila capi di bovini e vitelli destinati al mercato locale. La popolazione della Striscia di Gaza consuma in media 3mila capi al mese e, in procinto dell'importante festa del sacrificio, si prevedono 8mila capi in più rispetto ai bisogni alimentari della gente”.

Il commercio di bovini. I commercianti hanno lamentano gravi perdite: si parla di una calo di oltre il 50% e i prezzi non sono stabili.

Mohammed Wishah, venditore all’ingrosso di bestiame ci ribadisce la gravità della crisi e, per un recupero del deficit, stima una quantità che si aggira intorno ai 10mila capi di bestiame.

Se in passato una capra si vendeva per 150 dinari giordani (circa 210 dollari), oggi si parla di 400 dinari (circa 560 dollari). Il prezzo è lievitato mentre la disponibilità è estremamente limitata.

Wishah nega che il presunto allentamento sul traffico commerciale di capi di bestiame sia stato tale da produrre miglioramenti e invita tutti a visitare le aziende di Gaza per constatare personalmente che Israele non ha fatto alcuna concessione in tal senso.

Costretti a rinunciare al sacrificio. I cittadini palestinesi non possono rispondere a certi prezzi e molto spesso la popolazione di Gaza rinuncia ad acquistare animali da sacrificare durante la festa di ‘Eid al-Adha.

Hani al-Farra è uno di loro. Ha aspettato a lungo nella speranza di un calo dei prezzi, alla fine si è “arreso” e non ha potuto acquistare nulla.

Il contrabbando di bestiame dai tunnel al confine. Tra le soluzioni adottate per contrastare questa crisi, i tunnel della sopravvivenza al confine con l’Egitto hanno una funzione da canali di passaggio per il bestiame.

Il sistema è stato adottato dai commercianti che sono riusciti a far passare verso la Striscia di Gaza 120 capi fino a quando le autorità egiziane non hanno inasprito i controlli interdicendo anche questa via, considerata “contrabbando”. E comunque, i bovini che raggiungono la Striscia di Gaza dai tunnel sono molto costosi.

Si tratta dunque di una crisi economica e fonte dell’ennesima frustrazione per la popolazione palestinese assediata da oltre quattro anni. Anche quest’anno, la gente teme che non potrà commemorare l’importante festa dell’Eid al-Adha, celebrazione di grande significato religioso e sociale.

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