La denuncia di B'Tselem: i palestinesi, segregati su base razziale. Israele ha espulso il 41,9% degli abitanti di Hebron.

A tutto ciò vanno aggiunte le violenze perpetrate dai coloni contro i cittadini palestinesi, tra cui il lancio di pietre, la sporcizia gettata nelle aree palestinesi, l’avvelenamento dei pozzi d’acqua.

Il rapporto ha aggiunto che l’esercito di occupazione pratica la "politica della violenza e delle restrizioni” verso i cittadini palestinesi: il coprifuoco imposto al centro della città è durato più di 377 giorni nei primi tre anni della seconda Intifada”.
E ha spiegato che è stato tolto solo per poche ore, per il rifornimento dei generi di prima necessità
.

Il rapporto spiega che la città di Hebron è sottoposta alla distruzione delle fonti di reddito a causa delle restrizioni alla libertà di movimento imposte dall’esercito israeliano, in particolare dopo lo scoppio della seconda Intifada. Tali restrizioni comprendono il divieto totale di camminare o viaggiare sulle strade principale della città, la chiusura dei negozi in base a un decreto militare.

In un rapporto congiunto pubblicato ieri dal giornale in lingua ebraica Ha’aretz, le organizzazioni hanno confermato che la città di Hebron vive “una politica di segregazione su base razziale”. Nelle aree vicino alle case dei coloni, le autorità di occupazione hanno costretto i cittadini palestinesi a evacuare più di 1014 unità abitative, cioè, il 41,9% del totale delle case della zona.

Le organizzazioni israeliane di difesa dei diritti umani e B’Tselem hanno dichiarato che, dal settembre 2000 fino ad oggi, i palestinesi sono stati cacciati via da più di 1000 appartamenti e 1829 negozi commerciali nel centro della città di Hebron, a seguito delle pressioni praticate dall’esercito di occupazione israeliana, dalla polizia e dai coloni.

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