La Freedom Flotilla Gaza è anti-semita?

Pubblichiamo qui di seguito il provocatorio articolo di Paul Larudee, co-fondatore del Free Palestine mov., sulla “questione dell'antisemitismo”, accusa usata ai giorni nostri come nuovo Marchio della Strega. Un marchio davvero infamante, impartito da sinistri adepti della Israeli Lobby a chiunque osi criticare lo stato sionista e le sue lobby tentacolari.  

Va da sé che ogni razzismo e discriminazione su base etnica, religiosa, sessuale, di pensiero è da condannare fermamente, dunque anche l'antiebraismo, l'anti-islamismo (o islamofobia), ecc. E noi con fermezza prendiamo le distanze da chiunque faccia dell'antiebraismo (o antigiudaismo) e dell'islamofobia il proprio modello di relazioni umane.

Va ribadito invece che il termine “semita” è usato impropriamente, perché si rifà a parametri linguistici, come tutti gli Orientalisti sanno da oltre due secoli, da quando, cioè, venne coniato per indicare una vasta famiglia linguistica vicino e mediorientale. Secondo tale categoria, infatti, “semite” sono l'Arabo, l'Ebraico, l'Aramaico, il Siriaco e tante altre lingue.

Parlare di antisemitismo è, dunque, improprio, perché implica una discriminazione contro un gruppo linguistico. Si usino più correttamente, e più chiaramente, le espressioni “anti-ebraismo”, “anti-giudaismo”, “anti-islamismo”, ecc. Esse rivelano in modo inequivocabile la dimensione discriminatoria religiosa ed etnica, e non permettono che venga fraintesa con parametri o concetti politici: la critica a uno stato, Israele, e quella a un'ideologia coloniale e terrorista, il sionismo. Ecco perché, invece, si vuol fare confusione tra un termine e l'altro: per confondere, manipolare la comunicazione e impedire una corretta informazione.

La Freedom Flotilla Gaza è antisemita?

di Paul Larudee

Sapevate che i fiori recisi che si vendono nelle edicole e nei negozi di fiori in tutta Europa provenivano, generalmente, da Gaza? Sapevate, inoltre, che i mobili ben fatti ed a prezzi ragionevoli provenienti da Gaza erano disponibili e si trovavano in tutta Europa?

Da giungo 2007 tutto ciò non è più accaduto, da quando Israele ha vietato tutte le importazioni e le esportazioni, tranne gli aiuti umanitari concessi col contagocce, il minimo indispensabile per evitare la fame e le epidemie. Cosi come ha dichiarato Dov Weisglass, consigliere del primo ministro israeliano: “Vogliamo mettere i palestinesi a dieta, ma non per farli morire di fame”.

Purtroppo, molte persone considerano antisemitismo riferire tali informazioni, perché criticano implicitamente Israele. Secondo la loro logica contorta, ogni affermazione che critichi la politica e le azioni israeliane è automaticamente una critica all'esistenza di Israele, diventando quest'ultima una critica a tutti gli ebrei del mondo, indiscriminatamente.

Se dovessimo prestare attenzione a tali pensieri, l'unico modo che avremmo per evitare l'antisemitismo sarebbe quello di ignorare le violenze che Israele compie ai danni dei palestinesi, esaltarne la politica, o ancor peggio sostenere Israele a infliggere miseria, morte ed espulsioni a tutti quei palestinesi che ancora non sono stati espulsi e/o uccisi dagli israeliani. 

Alcuni di noi – tra cui molti ebrei ed organizzazioni ebraiche – si rifiutano di farlo, nonostante le accuse di antisemitismo da parte di tutti gli schieramenti politici.

Se è considerato antisemitismo mandare a Gaza delle navi cariche di persone che hanno sottoscritto un patto di non-violenza e anti-razzismo, allora sì, siamo antisemiti.

Se è antisemitismo cercare di far giungere a Gaza i materiali da costruzione che Israele vieta ai palestinesi al fine di ricostruire le case distrutte durante l'invasione israeliana del 2009…, allora sì, siamo antisemiti.

Se è considerato antisemitismo tentare di far valere per tutti i palestinesi i diritti alla pesca e alla navigazione nelle acque costiere, di cui tutti gli altri paesi del mediterraneo godono, ebbene sì, siamo antisemiti.

Ci dispiace che il parlare dei diritti palestinesi crei una crepa all'interno dei vostri movimenti per la giustizia sociale o dei partiti politici. Comunque sia, che lezione ci ha dato la storia, se non quella che è molto pericoloso rimanere in silenzio di fronte alle ingiustizie?

Questo è il motivo per cui noi salperemo nuovamente per Gaza, nonostante gli ostacoli posti davanti a noi, l'indifferenza di quelli che sperano di evitare controversie, l'ostilità di coloro che ci volevano mettere a tacere, e nonostante le incessanti accuse di antisemitismo.

Noi salperemo perché difendiamo i diritti di chiunque, ovunque, e ci rifiutiamo di permettere che i diritti palestinesi siano sacrificati per risolvere al meglio altre questioni.

Non ci faremo intimidire dalle accuse di antisemitismo. Se le azioni di ebrei, di cristiani, di musulmani inermi e di altri difensori di diritti umani che tentano di far giungere aiuti umanitari a dispetto del blocco israeliano su uno dei popoli più maltrattati e vilipesi della terra, se tutti loro sono considerati antisemiti, allora sì, veramente, siamo orgogliosi si essere etichettati come tali, e invitiamo il mondo intero ad abbracciare questo “marchio” di antisemitismo. 

Paul Larudee è il co-fondatore del movimento per rompere l'assedio su Gaza via mare e del Movimento Free Palestine, che invierà una delegazione di cittadini americani a bordo della nave del Comitato Internazionale per rompere l'assedio su Gaza con la Freedom Flotilla per Gaza 2011, Stay Human.



 

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