La “giustizia” israeliana legalizza 1048 unità coloniali in Cisgiordania

PIC. Un parere giuridico divulgato di recente dal procuratore generale israeliano Avichai Mandelblit aprirà la strada alla legalizzazione retroattiva di 1.048 unità coloniali nella Cisgiordania occupata, secondo quanto riferito da Haaretz.
 
Secondo il quotidiano, il punto principale della sentenza di Mandelblit “è la scoperta che la terra posseduta da singoli palestinesi può essere espropriata per creare una via di accesso ad una colonia, anche se la strada dovesse essere utilizzata solo dai coloni ebrei”.
 
Sebbene l’opinione di Mandelblit riguardi solo un caso specifico – l’esproprio di una strada di accesso alla colonia di Harsha – secondo Haaretz, “ci sono almeno 13 colonie in una situazione simile”, sulla base di dati ufficiali.
 
Haaretz ha osservato che “si tratta di una decisione che stabilisce un precedente in contrasto con il modo in cui Israele ha trattato la terra palestinese privata in Cisgiordania”.
 
Situazioni simili a quelle di Harsha esistono “in una serie di altre colonie”.
 
La posizione di Mandelblit si basa sulla recente sentenza della Corte Suprema che sancisce che l’esproprio è accettabile dal momento che i anche coloni israeliani fanno parte della “popolazione locale” della Cisgiordania.
 
La sua mossa ha seguito la richiesta del ministro della Giustizia israeliano Ayelet Shaked riguardante la pavimentazione di una strada verso la colonia illegale Harasha, senza la quale sarebbe impossibile “legittimarla”.
 
Secondo la legge internazionale tutti le colonie in Cisgiordania sono illegali. Tuttavia, Israele si comporta come un’organizzazione criminale che opera secondo le proprie leggi.