La guerra israeliana contro i bambini palestinesi: tentativi di arresto, arresti e maltrattamenti

palestinianchildpnn_1Imemc. Martedì, la polizia israeliana ha tentato di arrestare due bambini in età prescolare durante un’irruzione in due case nella città di Silwan nella Gerusalemme Est occupata, secondo alcuni testimoni.

L’agenzia WAFA riferisce che la polizia ha fatto irruzione nella casa di Mohammad Abd al-Raziq, nel quartiere di Bir Ayoub, a Silwan, alla ricerca di due bambini di 3 e 5 anni, accusati di aver lanciato pietre contro di loro.

Gli ufficiali hanno lasciato la casa dopo aver minacciato di arrestare il padre.

Secondo l’Euro-Mid Observer for Human Rights, le autorità israeliane hanno sequestrato circa 2.500 bambini palestinesi e giovani tra il gennaio 2010 e giugno 2014 – di cui circa 400 tra i 12 ei 15 anni.

La polizia israeliana ha fatto irruzione in un’altra casa della città di Silwan, dove ha aggredito il signor Khaled al-Siyori, sua moglie Hayya, e i due figli Khaled e Raed. La famiglia è stata portata in ospedale per le cure del caso.

La polizia inoltre ha fatto irruzione in una scuola per ragazzi di Silwan, a Ras al-Amoud, con il pretesto di aver gettato fuochi d’artificio contro di loro. Non si segnalano rapimenti.

La polizia ha assaltato il quartiere di Ein Lawza, sempre a Silwan, dove ha rapito Yazan Abbasi, di 11 anni, e Ahmad Abbasi, anche lui di 11 anni, mentre uscivano dalla scuola per tornare a casa. Nessuno scontro è stato segnalato al momento dell’incidente.

Un rapporto pubblicato dall’UNICEF, nel 2013, ha dichiarato che il “maltrattamento di bambini che entrano in contatto con il sistema di detenzione militare sembra essere diffuso, sistematico e istituzionalizzato in tutto il procedimento dal momento dell’arresto fino al perseguimento del minorenne e all’eventuale verdetto di colpevolezza e condanna”.

WAFA riferisce inoltre che le forze di polizia e dell’esercito israeliano spesso colpiscono le scuole e altre strutture educative: si tratta di una violazione del diritto internazionale e dei diritti umani che garantiscono il diritto dei bambini a proseguire la formazione scolastica anche in tempo di guerra.

Traduzione di Edy Meroli