La lobby israeliana brama la guerra con l’Iran

E.I. Di David Cronin. I sostenitori di Israele non ci tengono a far conoscere le loro attività. Due anni fa alcuni di loro si infuriarono quando un membro del Parlamento europeo li accusò di appartenere a una “lobby perversa”.
Il vocabolario di inglese Oxford definisce il termine “perverso” qualcosa che “dimostra una determinazione deliberata a comportarsi in un modo che la maggior parte delle persone considera sbagliato, inaccettabile o irragionevole”.
Il comportamento di un gruppo leader pro Israele – l’Istituto Transatlantico AJC – può essere definito con accuratezza “perverso”.
Questo ”istituto”, che è l’ufficio di Bruxelles del Comitato ebraico americano, da tempo è impegnato a sostenere una guerra contro l’Iran. Probabilmente continuerà a farlo, anche se un’offensiva americana a largo raggio non sembra più imminente.
Seguendo il copione dei neo conservatori, l’Istituto Transatlantico AJC ha spinto l’Europa a trattare l’Iran come un acerrimo nemico. Per sostenere quell’obiettivo ha sostituito la realtà con falsità.
La scorsa settimana (l’articolo è del 9/1, ndr) gli Usa hanno fatto ricorso a una condotta estremamente aggressiva con l’assassinio di Qasem Soleimani, generale iraniano di massimo livello. Daniel Schwammenthal, direttore dell’Istituto Transatlantico AJC, ha definito l’assassinio difensivo e giustificato. Schwammenthal ha inoltre sostenuto che l’Iran “ha intrapreso una guerra aperta” contro gli Stati Uniti da 40 anni.
La sua interpretazione della storia recente è caparbiamente disonesta. Sarebbe più corretto dire che gli Usa hanno intrapreso una guerra contro il popolo iraniano oltre 65 anni fa.
Ingannevole.
Nel 1953 il governo di Muhammad Mossadegh, primo ministro democraticamente eletto dell’Iran, venne rovesciato da un colpo di stato anglo-americano. La sua colpa era di aver nazionalizzato l’industria del petrolio. 
Il colpo di stato fu un chiaro avvertimento. I governi del Medio Oriente e oltre vennero in tal modo istruiti a non impedire alle compagnie occidentali di sfruttare le loro risorse. Nessuna sfida al dominio statunitense sarebbe stata tollerata.
In seguito al colpo di stato gli Usa hanno trattato l’Iran – governato da Muhammed Reza Pahlavi, meglio noto con il suo titolo di scià – come stato cliente. Gli Usa finanziarono la polizia segreta iraniana, la Savak, che arrestò, torturò e in molti casi uccise gli oppositori politici.
Israele fu un alleato importante, benché non ufficiale, dell’Iran in questo periodo, che fornì consulenza e addestramento alle sue forze di “sicurezza”. 
Schwammenthal sostiene evidentemente che l’Iran è in guerra con gli Stati Uniti dalla rivoluzione islamica del 1979. La realtà è il contrario.
Gli Usa appoggiarono e aiutarono l’allora presidente dell’Iraq Saddam Hussein quando attaccò l’Iran negli anni ’80. 
Più di recente gli Usa hanno circondato l’Iran con basi militari e hanno sottomesso il popolo iraniano con sanzioni sempre più sadiche – in altri termini, con una guerra economica.
Allarmismo.
In un articolo del 2018 su The Hill – una pubblicazione di base a Washington – Schwammenthal ha affermato che l’Europa dovrebbe unirsi agli Stati Uniti contro il programma nucleare iraniano. Il pretesto per la guerra era ingannevole.
Ancor prima di essere eletto presidente Donald Trump aveva minacciato di ritirarsi dall’accordo sull’arricchimento dell’uranio raggiunto nel 2015 con l’Iran.
Mentre la conservazione dell’accordo era una priorità per l’Unione Europea, figure chiave nella lobby israeliana hanno cercato di farlo naufragare.
Le minacce successive di Trump furono escogitate per piacere al finanziatore della campagna elettorale Sheldon Adelson, un fanatico sostenitore di Israele.
L’accordo fu un successo per la diplomazia, ma la sola idea di avere contatti diplomatici con l’Iran è un anathema per gli integralisti della lobby israeliana.
Schwammenthal è uno di questi integralisti. Egli ha ripetutamente richiesto ai governi dell’Unione Europea di espellere gli ambasciatori iraniani dalle loro capitali.
Le sue richieste sono state accompagnate dall’allarmismo di “trame del terrore” da parte di agenti iraniani in Europa.
Le asserite “trame del terrore” ricordano le richieste di Mike Pompeo, il Segretario di Stato degli Stati Uniti. Appartenendo Pompeo a un’Amministrazione che mente abitualmente, i suoi commenti dovrebbero come minimo essere considerati con scetticismo.
Quasi tutte le “trame” si riferiscono a supposti attentati sventati dalle autorità.
L’unico incidente violento attribuito all’Iran in Europa negli ultimi 5 anni riguarda due assassinii avvenuti in Olanda. Due diplomatici iraniani vennero accusati ed espulsi dal governo olandese, nel 2018. 
Un assassinio è, ovviamente, una cosa molto grave. Nel caso olandese, il coinvolgimento dell’Iran è stato solo presunto.
Al contrario, si sa che gli Stati Uniti hanno ucciso, la settimana scorsa, utilizzando una tattica già usata da Israele contro leader politici palestinesi e contro combattenti a Gaza.
L’Unione Europea ha quindi l’opportunità di dimostrare di aborrire gli assassinii, e può chiedere che le rappresentanze statunitensi e israeliane lascino Bruxelles immediatamente.
Non aspettiamoci che Daniel Schwammenthal chieda azioni simili. Egli è troppo occupato a suonare il tamburo di guerra.

Traduzione per InfoPal di Stefano Di Felice