La marina israeliana apre il fuoco contro i pescatori palestinesi

Gaza-Ma’an. Lunedì, le forze navali israeliane hanno aperto il fuoco contro le barche da pesca palestinesi al largo  della Striscia di Gaza settentrionale assediata.
Le forze navali israeliane hanno aperto il fuoco contro i pescherecci palestinesi all’interno della zona di pesca autorizzata, costringendo i pescatori a tornare a riva per timore di essere uccisi.
Non sono stati segnalati feriti.

Secondo l’Ufficio per gli affari umanitari delle Nazioni Unite (OCHA), il blocco israeliano dell’enclave costiera ha seriamente minato la capacità dei pescatori di Gaza di guadagnarsi da vivere in mare.
L’esercito israeliano trattiene regolarmente e spara a pescatori, pastori e allevatori palestinesi disarmati lungo le zone di confine se si avvicinano alla “zona cuscinetto” dichiarata unilateralmente.

Il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha recentemente concluso che la chiusura di Gaza da parte di Israele e le “vessazioni nei confronti dei pescatori” stanno “distruggendo il settore della pesca di Gaza”, con il 95% dei pescatori che vive al di sotto della soglia di povertà.
L’organizzazione per i diritti locali, Al-Haq, ha documentato molti casi di aggressione israeliana verso i pescatori palestinesi al largo della costa di Gaza, definendo l’azione di Israele una “punizione collettiva che impone ai pescatori condizioni economiche e sociali difficili”.