La strage degli innocenti, un testimone racconta: ‘Missili israeliani hanno sterminato la famiglia di mio fratello

 

Gaza, giovedì 8 gennaio

Di Mohammad Habib, corrispondente Infopal.

Da 60 anni a questa parte, Israele stermina bambini, famiglie, intere cittadina. La sua è una pulizia etnica sistematica, meticolosa, programmata (*). Lo sta facendo in queste settimane, con l’operazione dalla macabra allegoria, “Piombo fuso”.

Stragi di famiglie. A finire a pezzi, annientata, dopo le famiglie Ba’alusha del campo profughi di Jabalia, Baker di Gaza, Abu Esha del campo profughi ash-Shati, Rayan di Jabalia, as-Sammuni del quartiere az-Zaitun, è toccato agli ad-Dayeh.

Fino a questa mattina, momento in cui mi accingevo a scrivere questo articolo, diversi corpi della famiglia ad -Dayeh erano ancora sotto le macerie della loro casa, nel quartiere di az-Zaitun, a sud-est di Gaza.

La notte di lunedì scorso, le forze di occupazione israeliane hanno condannato a morte tutta la famiglia: in pochi attimi sono stati uccisi uomini, donne e bambini.

Il capo-famiglia, Haj Fayez Misbah ad-Dayeh, 65 anni, era in ansia da giorni per la sorte dei suoi familiari: il quartiere è sottoposto a continui bombardamenti di cielo e di terra. Quest’ansia lo ha spinto a radunare moglie, i figli, nuore, figlie, generi e nipoti al piano terra della loro casa di quattro piani.

E’ stata una questione di pochi istanti: la terra ha ingoiato la prima metà della palazzina. I vicini di casa si sono trovati davanti a una scena raccapricciante: l’edificio, come colpito da un terremoto, si era sbricciolato seppellendo 25 persone. La famiglia ad-Dayeh, appunto: Haj Fayez, sua moglie Khitam, i suoi figli e le loro mogli, le figlie, e i suoi 16 nipoti.

Sotto le macerie. Haj Fathi Misbah al-Dayeh, 72 anni, è sdraiato per terra, all’ospedale ash-Shifa di Gaza. Si copre la testa con le mani, affranto dal dolore: Israele ha sterminato l’intera famiglia di suo fratello Fayez: 25 persone. Si trovano ancora sotto le macerie.

Haj ad-Dayeh, con gli occhi lacrimanti, mi racconta: “Mio fratello Fayez, sabato scorso, è venuto a trovarmi con sua moglie, i suoi 4 figli sposati e i loro bambini. Poi, lunedì sera, ha deciso di ritornare a casa sua, che si trova vicino alla moschea di Hasan al-Banna. Era appena rientrato dalla preghiera dell’alba, quando gli aerei israeliani hanno bombardato la casa, facendola crollare addosso a tutti loro”.

Ad-Dayeh continua: “Appena ho udito cadere i missili, alle sei del mattino, ho capito che la casa di mio fratello era stata bombardata. Sono uscito fuori e ho visto colonne di fumo salire, mi sono diretto verso l’edificio e l’ho trovato in un cumulo di macerie crollate sopra i suoi abitanti: bambini, donne e uomini”.

E ha aggiunto: “Nessuno ha potuto raggiungere l’area per tentare di estrarre i miei parenti dalle macerie. Allora, ho cominciato a gridare chiedendo la clemenza di Dio. Fino ad ora sono riusciti a recuperare le salme di mio fratello, sua moglie, le sue figlie, Sabrin di 22 anni, Ragdah di 30 anni, e sua nipote Kawkab di 5 anni. Erano tutti a pezzi. Il resto della famiglia è ancora sotto le macerie, attendiamo che qualcuno prelevi i loro cadaveri, non abbiamo nessuna speranza di trovarli vivi”.

E ha concluso: “Israele uccide i civili nelle loro case e gli arabi stanno a guardare. Non abbiamo richieste, vogliamo dal presidente egiziano solo un pezzo di terra nel Sinai per seppellire i nostri figli, e dal re dell’Arabia Saudita i sudari”.

Al terzo piano dell’ospedale ash-Shifa riposano Nafiz ad-Dayeh che ha perso sua moglie Islam e sei bambini, e Mohammad ad-Dayeh che ha lasciato sotto le macerie sua moglie Bazan e cinque bambini. I due fratelli hanno il corpo ferito dai frammenti di missili.

Marwan ad-Dayeh, 43 anni, è seduto vicino a Haj Fathi, e mi racconta: “Cosa ci rimane da fare, quando un’intera famiglia viene uccisa? Vediamo demolire le case sulla testa dei nostri figli, li troviamo a pezzi, una testa qui e un piede là e il resto non si trova più …”.

La strage degli innocenti. Questi i membri della famiglia di Fayez ad-Dayeh fatti a pezzi da un missile dello stato sionista: Fayez e Khitam; Iyaf e Sausan e i loro piccoli: Ali (un anno), Khitam (8 anni), Maha (2 anni), Fida (3 anni) e Shahd-Iddin (7 anni); Ramez e Huda e i loro figli: Albara’a (2 anni) e Fida’a (3 anni); gli altri nipoti: Amani (5 anni), Qamar (4 anni), Arij (3 anni), Yusef (2 anni), Fayez (12 anni), Hamza (9 anni), Ayah (7 anni), Kawkab (5 anni), Saja (3 anni), Fida (3 anni). Tutte vittime innocenti. Tutti morti.

 

(*) Si legga: “La pulizia etnica della Palestina”, Ilan Pappe, Fazi editori 2008.

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