‘Lager’ Gaza: il 70% delle famiglie riceve acqua ogni 5 giorni. Acqua non potabile…

 

Gaza – Infopal

Rami Abduh, portavoce del Comitato Popolare contro l’Assedio, ha rivelato che al 70% delle famiglie palestinesi l’acqua viene erogata una sola volta ogni cinque giorni, e al 30% una sola volta alla settimana.

In un comunicato stampa diffuso ieri, Abduh ha lanciato l’allarme sul pericolo causato dalla pessima situazione sanitaria e dall’inquinamento dell’acqua. La rete idrica, inoltre, ha abbassato del 65% le proprie capacità di erogazione: a causa dell’embargo e della chiusura dei valichi, i comuni della zona costiera non riescono più a effettuare lavori di manutenzione agli impianti e alle discariche della Striscia di Gaza. 

Mancano anche le pompe per iniettare il cloro e l’acqua non è quindi più potabilizzata, con le catastrofiche conseguenze ben immaginabili per la popolazione locale.

Abduh ha anche spiegato che per funzionare, i bacini idrici e i depuratori richiedono circa 150 mila litri di diesel al mese, quantitativo che, ormai da diversi mesi, i comuni non ricevono più.

Ricordiamo che la Striscia di Gaza, con il suo milione e mezzo di abitanti, è l’area più popolosa del mondo. L’estrema povertà causata dall’occupazione israeliana e da un anno di feroce embargo hanno reso ormai tragiche le condizioni di vita della gente. E’ facile prevedere un disastro umanitario di ampie proporzioni – a cui va ad aggiungersi il pericolo concreto della diffusione di virus dovuti all’inquinamento ambientale e idrico -, di cui Israele e la comunità internazionale sono pienamente responsabili.

Istituzioni e associazioni locali evidenziano, infatti, che le autorità israeliane stanno colpendo la popolazione palestinese nella Striscia per punirla di aver scelto il movimento di Hamas come proprio rappresentante politico durante le elezioni del gennaio 2006. Nei suoi innumerevoli e quotidiani raid, Tsahal prende di mira pozzi d’acqua, rete idrica ed elettrica, infrastrutture, oltre a terreni agricoli, abitazioni, aziende, ecc. Si tratta di punizioni collettive e di distruzione di massa vietate dalle leggi e convenzioni internazionali e perseguibili dai tribunali internazionali.  

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