L’Ambasciatore Jahanbakhsh Mozaffari: l’aggressione sionista a Gaza e a Gerusalemme è un crimine disumano, ma l’ingiustizia non durerà per sempre

DSC_0951In occasione della Giornata internazionale di Gerusalemme e del genocidio israeliano in atto contro la Striscia di Gaza sotto assedio, abbiamo rivolto alcune domande all’ambasciatore iraniano a Roma, Sua Eccellenza Jahanbakhsh Mozaffari.

InfoPal: I massacri israeliani in corso contro il popolo palestinese a Gaza sono una nuova aggressione e una sfida alla legalità internazionale da parte del regime di Tel Aviv.  La cosiddetta “comunità internazionale” tace, e la voce dei Paesi arabi è molto debole.

Come vede la situazione e i suoi sviluppi?

Jahanbakhsh Mozaffari: L’aggressione del regime sionista contro la Striscia di Gaza è un’azione criminale e disumana. Questo regime continua ad assediare Gaza e a massacrare donne e bambini innocenti causando una tragedia che ha pochi precedenti nella storia del nuovo secolo. L’Iran ribadisce la necessità di una azione immediata della comunità internazionale, in particolare del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per far cessare il massacro e l’oppressione di persone innocenti; chiede che venga posto un immediato fermo all’aggressione di questo regime, che siano condannate le sue azioni criminali; chiede la sospensione dell’assedio di Gaza per permettere la distribuzione degli aiuti umanitari, in particolar modo ai feriti.

Il silenzio generale di fronte a questa enorme tragedia è ancora più grave degli attacchi via terra e aria contro il popolo indifeso di Gaza. Intere famiglie trucidate dai colpi dei cannoni non sono in alcun modo tollerabili o ammissibili. Adducendo pretesti senza senso, i sionisti hanno provocato una immensa tragedia umanitaria, e, purtroppo, vediamo che molti paesi arabi, musulmani e occidentali, di fronte a tali crimini o tacciono o risultano complici degli stessi.

e6b40840d269d565e8f782c94a3fd10cI.: Oggi, venerdì 25 luglio, è la Giornata di Gerusalemme, Yawm al-Quds, un importante appuntamento per ricordare la Città Santa, la brutale occupazione del regime sionista e le sue politiche di ebraicizzazione in corso. Cosa dovrebbe fare il mondo, e, in particolare, Musulmani e Cristiani, per proteggere e preservare Gerusalemme?

J.M.: Al-Quds, Gerusalemme, è il più importante luogo della manifestazione delle tre religioni monoteistiche e dei grandi profeti: costituisce il fulcro dell’attenzioni dei fedeli, rappresenta il simbolo della coesione nonché il punto di gravità della lotta contro il regime sionista. I fedeli delle religioni rivelate, cristiani, ebrei, musulmani, sono tenuti a condannare la selvaggia aggresione sionista ai danni della indifesa popolazione della Striscia di Gaza ed i palestinesi in generale. La giornata mondiale di al-Quds dovrebbe essere la giornata della rabbia e dell’indignazione globale contro i crimini del regime sionista, insopportabili per le donne e gli uomini liberi del mondo. Spero che attraverso la partecipazione alle manifestazioni di questa giornata arrivi un messaggio di forte solidarietà ai palestinesi, per ricordare loro che non sono dimenticati. L’ingiustizia e l’usurpazione non dureranno per sempre e nella lotta tra il giusto e l’ingiusto, la vittoria sarà del primo.

I.:  Israele sembra sempre più forte e sostenuta, come consueto, dagli Usa e dai Paesi europei, e da alcuni regimi arabi. Ci sono possibilità di nuove prospettive politiche?

J.M.: Negli ultimi decenni e specialmente dalla guerra dei sei giorni del 1967, il punto focale della politica statunitense in Medio Oriente è stato il sostegno incondizionato ad Israele, che ha costituito, a sua volta, una delle ragioni dell’impudenza del regime sionista. L’aggressione alla Striscia di Gaza non è sinonimo della forza del regime sionista, bensì è sintomo della sua debolezza. Questo regime non riuscirà ad incrinare la resistenza e la volontà dei palestinesi attraverso il terrore e saranno infine gli stessi palestinesi a decidere le sorti della loro terra. Confidiamo nel giorno in cui tutte le genti originarie della Palestina – musulmani, cristiani ed ebrei – prenderano parte a libere elezioni per determinare il loro futuro, affinché il volto della sacra terra di Palestina non venga più deturpato dai crimini perpetrati ai suoi danni sino ad oggi.