L’ANP annuncia la riapertura dei luoghi di culto e la ripresa dei lavori dei ministeri

Ramallah-Quds Press. Lunedì, il primo ministro dell’ANP di Ramallah, Muhammad Shtayyeh, ha annunciato la riapertura dei luoghi di culto dall’alba di martedì, mentre i ministeri e diversi settori riprendono già in giornata i propri lavori, in ottemperanza alle misure di sicurezza per prevenire la diffusione del coronavirus.

“Moschee e chiese riapriranno a partire dalla preghiera dell’alba di martedì, in modo da poter sanificare i locali e a condizione che ogni fedele arrivi con la mascherina, con il proprio tappeto per la preghiera, che si astenga dal praticare l’abluzione dentro la moschea e che venga mantenuta la distanza di sicurezza”, ha dichiarato Shtayyeh in una conferenza stampa. “Sarà consentita la riapertura di negozi, stabilimenti commerciali e industriali e delle varie istituzioni a partire da martedì mattina, mantenendo sempre le misure di sicurezza”.

Il primo ministro ha affermato che i tribunali riprenderanno a funzionare normalmente dopo le vacanze [dell’Eid al-Fitr], osservando le condizioni di sicurezza; anche il trasporto pubblico riprenderà in modo regolare secondo il protocollo generale sulla salute pubblica, con l’eliminazione di tutte le barriere tra le province.

Per quanto riguarda gli asili nido, Shtayyeh ha dichiarato: “il ministero della Salute e dello Sviluppo sociale sta lavorando a un protocollo di sicurezza sanitaria che sarà annunciato e che comporterà la riapertura degli asili nido in conformità con le procedure di sicurezza, con controlli periodici per gli asili e per i bambini”.

Lavori ancora in corso, invece, per sviluppare procedure di riapertura per le sale da caffè, i ristoranti e i centri benessere per consentire anche a loro di tornare a lavorare il più presto possibile.

Infine, relativamente alle università e alle scuole private, queste riapriranno soltanto per dirigenti e accademici: “il ministro dell’Istruzione superiore annuncerà presto le disposizioni della stagione estiva nelle università”, ma, al momento, non è prevista la reale presenza degli studenti. Ad ogni modo, è stato sottolineato che, a partire dal 10 giugno, il governo utilizzerà un ponte aereo per far rimpatriare gli studenti palestinesi dall’estero.

L’autorità palestinese ha registrato i primi casi di virus lo scorso 5 marzo, a Betlemme, dopo che dei palestinesi erano entrati in contratto con dei turisti greci, alcuni dei quali erano stati dichiarati infetti una volta tornati nel loro paese. 

Fino alla scorsa domenica, la Palestina ha registrato 602 casi, tra la Cisgiordania, Gerusalemme e Gaza, di cui 5 morti e 475 guariti.

Il bilancio ha mostrato 179 infetti non confermati a Gerusalemme, poiché le autorità di occupazione impediscono al ministero della Salute palestinese di lavorare in città.

Traduzione per InfoPal di Alice Bondì