L’arcivescovo Tutu aderisce alla settimana contro l’apartheid israeliano

MemoSegue il testo del messaggio lanciato dalla Desmond & Leah Tutu Legacy Foundation.

Le persone a cui vengono negati diritti e dignità meritano la solidarietà dei loro fratelli umani. Coloro che chiudono gli occhi davanti all’ingiustizia in realtà perpetuano l’ingiustizia. Essere neutrali in situazioni di ingiustizia è scegliere la parte dell’oppressore.

Sono stato testimone delle strade e delle abitazioni segregate della Terrasanta, che mi hanno tanto ricordato le condizioni sperimentate in Sudafrica sotto l’apartheid. Sono stato testimone dell’umiliazione sistematica di uomini, donne e bambini palestinesi da parte dei membri delle forze di sicurezza israeliana. La loro umiliazione è famigliare a tutti i neri sudafricani radunati come bestiame e maltrattati e insultati e assaliti dalle forze di sicurezza del governo dell’apartheid.

In Sudafrica non avremmo potuto raggiungere la democrazia senza l’aiuto di persone da tutto il mondo che, attraverso l’uso di mezzi non-violenti come i boicottaggi e le dismissioni di azioni, hanno incoraggiato i governi e gli altri agenti internazionali a ribaltare il loro decennale sostegno al regime di apartheid.

Lo stesso problema di ineguaglianza e ingiustizia motiva oggi il movimento dismissionario che cerca di far terminare la decennale occupazione israeliana in territorio palestinese e il trattamento ingiusto e pregiudiziale del popolo palestinese da parte del governo israeliano che li controlla.

Mi associo agli obiettivi della decima settimana internazionale contro l’apartheid israeliano.

Non importa dove preghiamo o dove viviamo. Musulmani, cristiani, buddisti, sikh, induisti o atei; Ramallah, Tel Aviv, Nazaret o Gaza: siamo membri di una famiglia, la famiglia umana. La famiglia di Dio.

Che Dio vi benedica.

Traduzione di Elisa Proserpio