L’Autorità Palestinese di Mahmoud Abbas e Salam Fayyad si muove contro
la resistenza all’occupazione israeliana.
Fallito, seppur a caro
prezzo, il tentativo dei sostenitori di Abu Mazen di
organizzare una
"rivoluzione arancione" nella Striscia di Gaza,
l’accanimento va avanti sotto
l’ombrello protettivo delle forze
d’occupazione. Sabato le forze
d’occupazione israeliane avevano invaso
Nablus e l’attiguo campo profughi Ein
Beit al-Maa, facendo circolare nelle
strade i veicoli militari e sparando in
giro per intimidire la gente e
spianare la strada alle "forze di sicurezza"
dell’Autorità Palestinese.
Ieri mattina, con speciale permesso delle
forze d’occupazione, le milizie
dell’Autorità Palestinese – addestrate a suon
di decine di milioni di
dollari statunitensi nella neo-Accademia per la
Sicurezza a Gericco – sono
arrivate ad Ein Beit al-Maa. Dopo avere bloccato
tutte le uscite dal campo
profughi, hanno preso possesso dei due edifici più
alti utilizzando i tetti
come postazioni militari. Durante tutta
l’operazione, le milizie di Abu
Mazen si sono tenute in stretto contatto con
i "consulenti" sia statunitensi
che israeliani, ed in base alle istruzioni
ricevute, hanno chiesto la
consegna di quattro membri delle Brigate Abu Ali
Moustafa, ala militare del
Fronte Popolare per la Liberazione della
Palestina, più uno delle Brigate
al-Aqsa.
Con l’azione a Ein Beit
al-Maa il "governo" installato da Abu Mazen intende
portare avanti il compito
assegnatogli che nei giorni precedenti si era
diretto prevalentemente contro
membri di Hamas: a Nablus nella settimana
scorsa le "forze di sicurezza" di
Abu Mazen avevano perquisito la Casa delle
Studentesse, portandosi via tutto,
a Balata avevano arrestato 7 o 8 persone
e nella sola Assira al-Shamalia,
sempre nell’area di Nablus, hanno portato
via dieci membri di
Hamas.
Arrivati a Ein Beit al-Maa ieri, gli ausiliari dell’occupazione
militare si
sono fatti dire da un esponente del Fronte Popolare, che il FPLP
non avrebbe
mai consegnato le armi se non dopo la liberazione della
Palestina
dall’occupazione militare.
Nel frattempo veniamo a sapere
che il delegato dell’Autorità Palestinese
all’ONU, Riad Mansour, ha cercato
di fare includere in una risoluzione del
Comitato ONU per la
Decolonizzazione, una clausola di condanna del colpo
inferto da Hamas alle
milizie Fatah nella Striscia di Gaza nel giugno
scorso. Riad Mansour non è
nuovo in questo: quando il Qatar aveva chiesto
una Risoluzione del Consiglio
di Sicurezza contro l’embargo imposto alla
Striscia di Gaza, Riad Mansour, in
nome dell’Autorità Palestinese, aveva
protestato contro la bozza presentata
da Qatar, facendola togliere
dall’agenda del Consiglio di Sicurezza. Questa
volta, gli è andata peggio:
Russia ed i membri della Lega Araba hanno
respinto il suo tentativo di usare
il Consiglio di Sicurezza per ottenere una
condanna di Hamas, il che avrebbe
avuto come conseguenza la legittimazione
dell’embargo della Striscia di
Gaza.
http://www.haaretz.com/hasen/spages/925220.html