Lavoratori palestinesi aggrediti al checkpoint tra Gerusalemme e Betlemme

Betlemme-IMEMC. Mercoledì mattina, le forze israeliane hanno attaccato centinaia di lavoratori palestinesi che si sono riuniti nello stretto corridoio del check-point 300, a nord della città di Betlemme, nel sud della Cisgiordania, che porta a Gerusalemme, provocando diversi casi di soffocamento, secondo quanto affermato dalle fonti di sicurezza palestinesi.

I soldati che presidiano il posto di blocco hanno lanciato lacrimogeni contro i lavoratori mentre stavano protestando contro i maltrattamenti che subiscono quando attraversano il check-point, mentre vanno a lavorare in Israele.

I soldati hanno chiuso il check-point dopo la protesta, negando ai lavoratori l’accesso ai loro luoghi di lavoro.

Secondo l’agenzia stampa WAFA, migliaia di lavoratori palestinesi che si mettono in coda ogni giorno all’alba per attraversare il check-point 300 devono affrontare un sovraffollamento estremo e spesso aspettano ore, in fila, a causa di procedure di ispezione severe, poiché devono passare attraverso i metal detector uno alla volta.

I lavoratori affollano il marciapiedi di cemento e con le sbarre di metallo, si spingono attraverso i cancelli girevoli, passano dentro un metal detector e mostrano i documenti d’identità ed i permessi ai soldati israeliani, per poter andare a lavorare in Israele.

Israele limita fortemente la libertà di movimento dei palestinesi attraverso una complessa combinazione di circa 100 posti di controllo fissi e altri mobili, strade per soli ebrei e vari altri ostacoli fisici.