Le condizioni dell’inviato di pace di Trump influenzano la riconciliazione palestinese

MEMO. Jason Greenblatt, l’inviato per la pace nel Medio Oriente del presidente USA Donald Trump, giovedì 19 ottobre ha rilasciato una dichiarazione, riprendendo le affermazioni del governo israeliano sul recente accordo di riconciliazione palestinese firmato all’inizio di questo mese dai movimenti rivali Hamas e Fatah.

Greenblatt, che ha visitato Israele e i Territori Palestinesi occupati molte volte dopo che Trump si è insediato a gennaio, ha affermato che “tutte le parti convengono che è essenziale che l’Autorità Palestinese possa assumere piena, genuina e libera responsabilità civile e di sicurezza a Gaza e che lavoriamo insieme per migliorare la situazione umanitaria dei Palestinesi che ci vivono.

“Gli Stati Uniti ribadiscono l’importanza dell’adesione ai principi del Quartetto: qualsiasi governo palestinese deve impegnarsi in modo non ambiguo e esplicito nella nonviolenza, a riconoscere lo Stato di Israele, ad accettare accordi e obblighi precedenti tra le parti, incluso il disarmo dei terroristi, e impegnarsi in negoziati pacifici”.

Se Hamas svolgerà un ruolo in un governo palestinese, deve accettare questi requisiti fondamentali.

Poco dopo l’istituzione del governo di unità palestinese, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reagito con sentimenti simili, condizionando l’accettazione dell’accordo sul riconoscimento di Israele e sul disarmo di Hamas, che Israele considera un’organizzazione terroristica.

Secondo Ynet news, Israele ha posto una serie di condizioni che devono essere soddisfatte prima di riconoscere l’accordo. Le condizioni includono che “Hamas smetta di scavare tunnel e di produrre missili, la fine degli attacchi terroristici contro Israele, l’immediato rilascio dei cittadini israeliani e il ritorno dei soldati israeliani detenuti a Gaza”.

La dichiarazione di Netanyahu dopo l’accordo ha registrato una significativa attenuazione dei toni, rispetto ai commenti fatti nel 2011 durante i colloqui di riconciliazione, quando diceva che “se Hamas fa parte del governo palestinese, non terremo negoziati con l’Autorità Palestinese”.

Il disarmo di Hamas e il futuro del suo braccio militare è stato anch’esso considerato una questione fondamentale nell’accordo del presidente palestinese Mahmoud Abbas, che ha dichiarato di non volere una situazione “Hezbollah” a Gaza, dove l’Autorità Palestinese guidata da Fatah, amministrerebbe il territorio e Hamas manterrebbe il suo potere militare.

In passato sono stati compiuti numerosi tentativi per riconciliare Hamas e Fatah da quando si sono scontrati violentemente nel 2007, poco dopo la vittoria di Hamas nel 2006 alle elezioni generali tenute nella Striscia di Gaza.

Traduzione di Edy Meroli