Le donne palestinesi protestano per gli abusi subiti nelle carceri israeliane

Gaza-PIC. Le donne palestinesi detenute nel carcere di Damon sono sottoposte a numerose forme di abusi ed umiliazioni da parte del Servizio penitenziario israeliano (IPS), come ha riferito mercoledì 21 novembre la Fondazione Mohjat al-Quds. 

In una lettera inviata a Mohjat al-Quds le detenute raccontano delle politiche aggressive attuate quotidianamente nei loro confronti e, durante le visite programmate, anche nei confronti delle loro famiglie. 

Secondo quanto riportato nella lettera, le donne che recentemente sono state trasferite dal carcere di Hasharon a quello di Damon hanno detto che l’IPS si rifiuta ancora di consegnare loro gli oggetti personali, tra cui foto, libri e la corrispondenza ricevuta. 

Nella loro lettera le detenute aggiungono, inoltre, che la gerosolimitana Israa Ja’abis soffre di varie complicazioni mediche, e non sta ricevendo i trattamenti necessari nonostante abbia bisogno di un intervento chirurgico urgente. 

Ja’abis venne arrestata nel 2015, dopo essere rimasta gravemente ferita dall’esplosione di una bombola di gas da cucina nel sedile posteriore della sua auto, provocata dagli spari dei soldati israeliani appostati in un posto di blocco militare. Le autorità di occupazione l’accusarono di voler effettuare un attacco con un’autobomba. 

Ja’abis venne pertanto arrestata e trasferita nelle carceri israeliane senza ricevere le necessarie cure mediche, nonostante il fatto che il 60% del suo corpo fosse ustionato e le sue dita furono amputate. 

Secondo fonti palestinesi, Ja’abis dovrebbe sottoporsi ad almeno cinque interventi chirurgici urgenti prima che possa fare un intervento di chirurgia estetica.

Mohjat al-Quds ha chiesto alle organizzazioni umanitarie, soprattutto al Comitato Internazionale della Croce Rossa, di intervenire per porre fine alla sofferenza delle donne palestinesi nelle carceri israeliane.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi